Diffamazione su Facebook: reato meno grave (ma resta il carcere)

Le offese sui social media sono all’ordine del giorno. E la legge si interroga ogni giorno se considerare la diffamazione sul social equiparabile a quella effettuata a mezzo stampa. L’ultima decisione della Corte di Cassazione sconfessa quelle precedenti: “Su Facebook la diffamazione è attenuata”. Così un impiegato catanese di 60 anni ha visto la sua pena dimezzarsi da 6 a 3 anni.
Diffamazione su Facebook, la sentenza
La vicenda sulla quale la Corte di Cassazione ha stabilito la sua decisione ha come protagonisti un 60enne catanese che ha pubblicato una serie di “apprezzamenti” ne confronti di una terza persona. Il fatto è avvenuto a Diano Marina nell’estate del 2013. Secondo la Corte, la diffamazione che avviene su Facebook non può essere equiparata a quella sulla stampa. Decisione più che originale, se si pensa che il social può raggiungere un pubblico molto più ampio. Nello specifico il giudice ha ritenuto che non si è trattato di “diffamazione aggravata da mezzo stampa” ma da “mezzo pubblicità”.
Diffamazione: la sentenza che sconfessa le precedenti
Eppure in altri casi, come la sentenza del 2.01.2016 della Corte di Cassazione, riportata da LeggePerTutti.it, il quadro che emerge è nettamente in contrasto. Secondo questo provvedimento, infatti, chi offende qualcuno attraverso un post o un commento su Facebook, commette il reato di diffamazione aggravata. Con una pena persino più grave per chi scrive un post o un commento su Facebook rispetto a chi diffama con altri strumenti (per esempio a voce davanti a più persone).
Nel caso preso in analisi la Corte ha anche spiegato che il reato ha un’aggravante, poiché la diffusione su Facebook è destinata a raggiungere una vasta platea di soggetti e può pertanto essere più lesiva della reputazione della persona. E non è rilevante che per accedere al social network bisogna registrarsi, anche perché le procedure per farlo sono agevoli e gratuite.
Se ti senti diffamato su Facebook fai così
Anche se, come abbiamo visto dalle diverse interpretazioni della legge, siamo ancora in una fase in cui la confusione regna sovrana, tuttavia, bisogna essere pronti a difendersi da ingiurie, diffamazione, molestie o stalking sui social media. Cosa puoi fare se ne sei vittima? Ecco come devi muoverti.
- Innanzitutto invia una email ad abuse@facebook.com.
- Segnala a Facebook la persona che ti ha arrecato l’offesa: vai sul suo profilo, clicca su “segnala/blocca” e invia la segnalazione.
- Sporgi querela. In questo caso dovrai recarti ai Carabinieri o presso la Polizia Postale, e indicare la frase offensiva, l’autore e gli estremi del profilo sul quale è avvenuta la pubblicazione, la data e l’indicazione di eventuali testimoni che hanno letto la frase.

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