Social e smartphone causa di litigio per coppie e famiglie italiane

Le nuove tecnologie della comunicazione hanno cambiato il modo con cui ci informiamo, giochiamo e interagiamo con gli altri. Non solo: hanno anche modificato il nostro modo di relazionarci offline. E a volte i social network e i dispositivi con cui li “controlliamo”, gli smartphone, diventano causa di litigio. Tra moglie e marito, ma anche tra gli altri membri della famiglia. E a sorpresa non sono solo i genitori a richiamare i figli per le loro abitudini tecnologiche…
Cosa fanno gli italiani con il cellulare
Ce lo spiega il report “Global Mobile Consumers Survey” di Deloitte, una ricerca presentata ieri a Milano, che analizza i trend relativi al comportamento degli utenti di smartphone e tablet in 31 Paesi al mondo.
Come vediamo dal grafico, gli italiani usano lo smartphone, ogni giorno, principalmente per eseguire 3 operazioni:
- Controllare i social network, Facebook su tutti
- Leggere le notizie (lo fa il 45%)
- Scattare foto (41%)
Altre attività che Deloitte definisce “tradizionali” sono invece la visione di brevi video (31%) e il controllo delle notizie sui motori di ricerca (26%). Tra le attività considerate invece ‘innovative’ e quindi meno comuni, troviamo:
- Seguire i VIP dello show business sui canali social
- Giochi di realtà virtuale (per esempio Pokémon Go, utilizzata dal 13% degli italiani)
Meno comuni, ma comunque in crescita, l’utilizzo di app e siti per trovare l’anima gemella (3%) o per scommettere online (2%).
App vs WWW
Deloitte ha inoltre evidenziato per quali attività gli italiani ricorrono maggiormente ai browser tradizionali (e quindi al classico www) e per quali invece si affidano alle App.
Nel primo caso vincono le attività “tradizionali”. Leggere le notizie, per esempio: il 67% lo fa da browser. Anche prenotare viaggi rientra tra le attività preferite sul web: 61%.
Le app invece sono utilizzate maggiormente per giocare (80%), controllare i social (72%) e il conto corrente (62%). Le app dei social media, in particolare, sono cresciute del 45% rispetto all’anno precedente. Lo shopping online è l’unico settore che non vede una chiara preferenza tra App e www (50/50). Ecco tutte le percentuali, in due grafici esplicativi:
Secondo Deloitte, le app che hanno visto un aumento vertiginoso negli ultimi mesi sono quelle di messaggistica istantanea. Rispetto al 2015, il numero di persone che le usa è cresciuto del 60%. WhatsApp vince in questa speciale classifica: il 56% degli intervistati lo utilizza costantemente. Tra i social, invece, gli utenti premiano Facebook (39%) e Instagram (11%).
Gli smartphone mettono in crisi le relazioni umane?
Tempi duri per le relazioni offline, soprattutto in Italia. Secondo i ricercatori, infatti, quasi un italiano su tre (27%) viene ripreso dal partner perché usa troppo lo smartphone. L’Italia è prima in Europa in questa (poco lusinghiera) classifica:
A sorpresa, non sono tanto i genitori a sgridare i figli per l’utilizzo eccessivo dei dispositivi mobili (succede nel 22% dei casi). Sono invece i figli ad accusare papà e mamma di essere troppo tech-addicted: l’argomento è occasione di litigio per il 27% dei genitori.
Gli italiani non spengono il cellulare nemmeno di notte: il 37% degli intervistati lo usa dal letto per controllare l’ora (37%), leggere i messaggi su WhatsApp (15%) o controllare le email (9%).
Sempre al lavoro
C’è un altro effetto collaterale che riguarda l’eccessivo uso dei dispositivi mobile. Siamo sempre e costantemente al lavoro. La reperibilità è diventata, per tantissimi, h24: l’83% degli intervistati controlla e risponde alle email anche durante il tempo libero e persino di notte. Il 57% delle persone che hanno un lavoro controlla il telefono appena svegli, al mattino, e l’80% si addormenta con lo smartphone in mano. In media, una persona “in carriera” dà uno sguardo al dispositivo più di 200 volte al giorno (succede al 59% degli intervistati).
«Lo smartphone è uno strumento di cui ormai si fa un utilizzo costante ed esteso, in ambito lavorativo e ricreativo. Si è definitivamente trasformato da semplice strumento per telefonare ad accessorio multi-funzione con un conseguente impatto sulle aziende», spiega Alberto Donato, Partner Deloitte e TMT Industry Leader.

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