Socialcom Italia - Dicembre 15, 2016

Trump chiama tutti i big dell’hitech al suo meeting, mancano Facebook e Twitter, perché?

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C’erano proprio tutti i big dell’hitech a discutere sul destino dell’innovazione in USA con Donald Trump, il presidente eletto, nella Trump Tower, il grattacielo di 58 piani di sua proprietà: Larry Page ed Eric Schmidt di Google, Tim Cook di Apple, Jeff Bezos di Amazoz.

Unici assenti i due big dei social media, Jack Dorsey di Twitter, ufficialmente non invitato, e Mark Zuckerberg, il Ceo di Facebook, che ha preferito delegare al suo braccio destro, Sheryl Sandberg.

Twitter fatta fuori dal meeting dei potenti

«Mi si nota di più se vengo e sto in disparte, o se non vengo», chiede Nanni Moretti a un amico, nel film “Ecco Bombo”.

Al contrario del protagonista del lungometraggio, Jack Dorsey non ha avuto scelta. Al banchetto dei potenti non è stato invitato. Eppure Twitter è il social che più ha contribuito al successo elettorale di Trump. Sono stati proprio i cinguettii dell’allora candidato alle presidenziali e del suo staff ad aver posto le basi per la vittoria sull’altra candidata, Hilary Clinton.

Un merito del media che lo stesso Trump aveva sottolineato: «Avere Twitter è come essere proprietari del New York Times, senza le perdite», ha dichiarato il presidente eletto alla stampa, intervenendo sull’importanza che i social media hanno avuto nella sua campagna elettorale e che stanno avendo ora nel divulgare le sue idee.

E ancora: «Per me è la forma più moderna di comunicazione. Con Twitter ottengo molti più risultati di un comunicato stampa. Senza dover avere a che fare con report disonesti. Perché molti reporter sono disonesti»

Allora perché Dorsey non è stato invitato all’incontro? Per ora, non esistono versioni ufficiali, ma solo indiscrezioni. Come quella del sito Politico che prova a tracciare una sua tesi. Secondo questa, Dorsey sarebbe stato fatto fuori per una sorta di vendetta personale di Trump e del suo staff. Il magazine online ricorda un episodio successo durante la campagna elettorale quando Dorsey è intervenuto direttamente per bloccare una campagna di advertising lanciata su Twitter dallo staff di Trump, con tanto di emoticon e hashtag, #crookedHilary, che sta per “Hilary corrotta”.

L’episodio proprio non è andato giù a Trump e al suo staff tanto che Gary Coby, il capo del digital advertising, aveva scritto un post su Medium per denunciare l’accaduto.

Questa potrebbe essere una “pista” anche se c’è da dire che nessuna delle due parti ha confermato, e potrebbe darsi che Trump ha escluso Twitter solo perché il suo business è “piccolo” se paragonato agli altri big dell’hitech invitati.

Mark Zuckerberg delega

Discorso diverso per l’assenza di Mark Zuckerberg, che secondo alcuni media avrebbe “snobbato il meeting”. Anche qui ci sono indiscrezioni, come quelle svelate da Business Insider, che ricorda i post che il Ceo di Facebook ha postato prima dell’elezione del presidente. In sostanza questi post attaccavano le sue idee in materia di immigrazione e le politiche protezioniste in materia economica.

Il sito americano ricorda pure la frase “sibillina” che Zuckerberg ha postato all’indomani del risultato delle elezioni, “il progresso non segue una strada dritta”, forse per trasmettere il messaggio che Trump è solo un incidente di percorso? Chissà… Anche in questo caso nessuna versione ufficiale per spiegare l’assenza.

D’altronde, il rapporto tra Trump e Zuckerberg non è iniziato con i migliori auspici. La questione fake news con la quale si accusava Facebook di aver favorito in sostanza la vittoria di Trump ha danneggiato l’immagine della compagnia e provocato la caduta in Borsa.