“Trump ha vinto grazie alle notizie false su Facebook”. Ma Zuck non ci sta: “Idea folle”

Le notizie false su Facebook hanno fatto vincere le elezioni a Donald Trump? C’è qualcuno disposto a crederci, soprattutto negli ambienti liberal americani, rimasti scottati dalla sconfitta di Hillary Clinton. Un’idea che Mark Zuckerberg definisce però ‘folle’. Vediamo perché.
Notizie false: l’attacco del NY Magazine
Uno dei principali accusatori è Max Read che sul New York Magazine, sezione Select All, lancia una vera e propria invettiva contro Facebook. Il pezzo si intitola ‘Donald Trump ha vinto a causa di Facebook’ (Donald Trump won because of Facebook). Tra le principali argomentazioni elencate dal giornalista, ci sono al primo posto le notizie false diffuse a macchia d’olio sul social.
“La maniera più ovvia con cui Facebook ha consentito la vittoria di Trump è stata la sua incapacità (o rifiuto) di occuparsi del problema delle bufale e delle notizie false”, scrive. Read ammette che non si tratta di un problema esclusivo del social di Zuckerberg. Ma le notizie false avrebbero, lì, un canale privilegiato di diffusione:
L’enorme audience di Facebook, e il meccanismo di distribuzione da cui il sito dipende […], lo rende l’unico sito che sostiene un mercato molto lucrativo in cui editori “oscuri” direzionano il traffico […] utilizzando notizie che sono inventate, inesatte, esagerate al punto da non avere alcun contatto con la realtà, o tutte e 3 le cose.
Read riporta poi alcuni esempi di notizie false che sono circolate nel corso di questi lunghi mesi di campagna elettorale. Come ad esempio: “Il Papa appoggia Trump”, “Hillary Clinton ha comprato armi illegali per 137 milioni di dollari” e “I Clinton hanno comprato una casa da 200 milioni di dollari alle Maldive”.
Molti link del genere, spiega Read, hanno ricevuto “centinaia di migliaia, se non milioni, di condivisioni, like e commenti”.
Zuckerberg: “Idea folle”
Mark Zuckerberg ha risposto alle accuse durante la sua prima uscita pubblica nel post elezioni. L’occasione è stata il Techonomy, conferenza sull’hitech in California.
“L’idea che le notizie false su Facebook influenzino le elezioni è abbastanza pazzesca”, ha dichiarato. “Se lo pensi, vuol dire che non hai compreso il messaggio che i supporter di Trump hanno trasmesso con queste elezioni”.
Secondo Zuck, le persone “prendono delle decisioni basate sulle proprie esperienze concrete”, non basandosi su ciò che vedono sulle proprie Bacheche dei social. E questo succede anche in politica: gli elettori di Trump, spiega, avevano buone e concrete ragioni per supportare il proprio candidato.
Secondo quanto riporta anche la BBC, molto spesso le bufale circolano su Facebook molto più degli articoli di debunking che provano a smontarle. Ciò diventa problematico, se pensiamo che i social stanno diventando ormai la prima fonte di notizie per molte persone.
Una survey del PEW research ha dimostrato che il 62% degli adulti statunitensi utilizza i social media come fonte di notizie (dati: febbraio 2016). Tra di essi, il 66% usa Facebook, mentre il 59% Twitter. Al primo posto di questa classifica c’è Reddit, con il 70%.
Qualcosa di simile sta avvenendo anche in Italia. Tra i giovani dai 18 ai 24 anni, i social media sono già la principale fonte di informazioni: li usa per questo scopo il 28% degli utenti. Al secondo posto la tv, con il 24%.
Quando Facebook era l’anti-Trump
A dirla tutta, Facebook era stato accusato pochi mesi fa di essere in realtà al soldo della macchina propagandistica dei democrat.
Un ex dipendente anonimo di Facebook ha dichiarato, a maggio scorso, di aver visto i proprio colleghi censurare delle notizie su argomenti molto popolari tra i conservatori, in modo che non comparissero nei trending topic. È chiaro che la dirigenza del social non avrebbe mai preso un’iniziativa del genere. Non è da escludere, però, che singoli sviluppatori abbiano agito di propria iniziativa.
A ottobre, inoltre, il Wall Street Journal riportava la notizia che alcuni dipendenti dell’azienda di Menlo Park, avessero sollecitato la dirigenza a rimuovere alcuni post di Donald Trump perché giudicati offensivi e razzisti. A quanto riporta il giornale, Zuckerberg decise di lasciare i post online perché la censura di un candidato sarebbe stata ‘inappropriata’.
Ma i social influenzano il voto?
La polemica sulle notizie false nasce dall’incertezza su un argomento spinoso: quanto e in che modo i social media influenzano le decisioni politiche dei cittadini?
Una ricerca pubblicata su Nature, datata però 2012, sembra suggerire di sì. L’analisi compiuta su 61 milioni di utenti aveva rivelato che i post su Facebook avevano influenzato significativamente le decisioni di voto: 340mila persone in più erano state convinte a votare grazie alle bacheche dei social.
Di segno opposto, il sondaggio realizzato da Rantic su circa 10mila americani: le opinioni espresse su Facebook non influenzano quelle dei propri amici. Il 94% dei repubblicani intervistati, il 92% dei democratici e l’85% degli indipendenti ha infatti dichiarato di non essere mai stato influenzato da post politici.
Foto: Gage Skidmore on Flickr

HIV/AIDS: sui social il dibattito non decolla

Gli italiani e l’immigrazione: il Rapporto 2023 sulle conversazioni social

La violenza di genere al centro del dibattito social nel 2023

Israele: cresce la solidarietà della rete, ma la guerra spaventa i social, oltre tre milioni di interazioni al giorno

Ucraina: in rete se ne parla sempre meno, ma preoccupa il rischio di un conflitto nucleare

Lo spot di Esselunga innesca la miccia: esplodono in rete le discussioni su famiglia e divorzi

Lo spot Esselunga polarizza i social: oltre 2,5 milioni le interazioni

L’estate dell’informazione italiana sul web

Serie A: i social in fermento, a luglio e agosto superato il milione di interazioni al giorno

RdC: la protesta non sfonda sul web, gli italiani concentrati su vacanze, incendi e alluvioni

HIV/AIDS: sui social il dibattito non decolla

Gli italiani e l’immigrazione: il Rapporto 2023 sulle conversazioni social

La violenza di genere al centro del dibattito social nel 2023

Israele: cresce la solidarietà della rete, ma la guerra spaventa i social, oltre tre milioni di interazioni al giorno

Ucraina: in rete se ne parla sempre meno, ma preoccupa il rischio di un conflitto nucleare

Lo spot di Esselunga innesca la miccia: esplodono in rete le discussioni su famiglia e divorzi

Lo spot Esselunga polarizza i social: oltre 2,5 milioni le interazioni
