Donald Trump: come reagisce la Silicon Valley alla sua elezione

Come ha reagito la Silicon Valley alla notizia dell’elezione di Donald Trump? Di certo, non bene. I più grandi investitori e startupper hitech stanno twittando in queste ore tutta la loro amarezza.
Donald Trump presidente eletto, i tweet amari della Silicon
Sam Altman, presidente di Y Combinator, uno dei più importanti fondi di investimento americani, ha scritto: “Mi piacerebbe svegliarmi adesso” e che l’elezione di Trump fosse solo un incubo. Mentre Mark Pincus di Zynga (la startup dietro a FarmVille) ci va giù più duro e dipinge scenari apocalittici: «È così che si sentivano le persone prima di capire che Hitler poteva prendere il potere?». Questi sono solo alcuni esempi, Fortune ne raccoglie altri.
D’altra parte il rapporto tra Donald Trump e la Silicon Valley non è mai decollato. Qualche mese fa più di 140 leader nel campo hitech (tra cui Steve Wozniack, il cofondatore di Apple) hanno firmato una lettera contro la nomina del candidato repubblicano, accusandolo di essere “un pericolo per l’innovazione”.
«La sua visione delle cose è contraria allo scambio di idee, al libero movimento delle persone e al dialogo con il mondo esterno, le premesse che consentono la creazione di innovazione e crescita», scrivevano nel documento contro Donald Trump.
Peter Thiel (ex PayPal) l’unica voce fuori dal coro
Non tutta la Silicon Valley ha remato contro Donald Trump. Peter Thiel, il cofondatore di PayPal, oggi investitore, è stato uno dei più convinti sostenitori del presidente eletto, tanto da spendere circa un milione di dollari per sostenere la sua candidatura, rischiando anche di complicare i suoi affari. Secondo Bloomberg Thiel si sarebbe fatto il vuoto intorno in un clima in cui si sosteneva Hilary Clinton. Le cose, con la vittoria di Donald Trump, andranno ora diversamente.
55,7 milioni sulla Clinton, solo 1 milione su Trump
Quali fossero le idee della Silicon Valley sulla leadership della nazione americana, lo si evince anche dai numeri. Secondo Nbc News, i big dell’industria della comunicazione e dell’elettronica americana hanno investito 55,7 milioni di dollari a favore della campagna di Hilary Clinton. Circa 55 volte in più del milione speso per appoggiare Donald Trump.
La spaccatura è evidente, ora bisognerà capire come farà l’amministrazione di Donald Trump a convivere con la parte più innovativa dell’economia americana.

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