Facebook allunga la vita? La ricerca californiana

L’Università della California ha pubblicato uno studio sul Pnas, l’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, che indaga la correlazione tra utilizzo di Facebook e mortalità. I dati sono sorprendenti.
A quanto pare, i legami sociali, anche se solo virtuali, ci aiutano a vivere più a lungo.
La ricerca è stata condotta su un campione di circa 12 milioni di californiani. Chi partecipa attivamente sui social network ha il 12% di probabilità in meno di morire entro l’anno, rispetto alle persone di età simile che non li usano.
I ricercatori hanno studiato i dati di Facebook degli utenti californiani nati tra il 1945 e il 1989 e li hanno poi incrociati con le registrazioni di decesso delle amministrazioni pubbliche.
Secondo gli studiosi, l’interazione su Facebook riflette in qualche modo quella nella vita reale. Le persone più “longeve” hanno un livello di reale integrazione sociale che si riflette sui social (per esempio: foto di gruppo e partecipazione ad eventi).
“L’associazione tra longevità e reti sociali è stata identificata da Lisa Berkman già nel 1979”, spiega James Fowler, tra gli autori della ricerca. Una correlazione confermata “centinaia di volte”. Come il fumo di sigaretta, “le relazioni sociali sembrano essere un dato predittivo sull’aspettativa di vita”. Un dato che sarebbe addirittura più accurato di fattori importanti come l’obesità e l’attività fisica carente. “Quello che stiamo aggiungendo”, prosegue Fowler, “è che anche le relazioni online sono associate alla longevità”.
Il rovescio della medaglia: troppa tecnologia fa male
Ma stare davanti a uno schermo per avere più interazioni su Facebook è davvero un bene? Probabilmente bisogna evitare gli eccessi. È quello che suggerisce una ricerca della Siia, la Società italiana di ipertensione arteriosa. Secondo i medici, tra le cause dell’elevata ipertensione anche in età pediatrica ci sarebbe l’utilizzo eccessivo di dispositivi hi-tech. Smartphone, videogiochi, tv: fissare uno schermo troppo a lungo incrementa il rischio di sedentarietà e quindi di ipertensione.
“In Italia”, ha dichiarato Simonetta Genovesi del dipartimento di medicine e chirurgia della Bicocca, “abbiamo condotto studi che sottolineano come esista una correlazione tra tempo trascorso su pc, tablet e smartphone, con dipendenza, obesità e ipertensione”.

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