Socialcom Italia - Novembre 18, 2016

Musical.ly, il social per cantare in playback che spopola tra i teenager

Musically, il social per il playback made in China, spopola tra i teen USA

Chi l’avrebbe detto che un social network di origine cinese avrebbe spopolato negli Stati Uniti? Si chiama musical.ly e anche se non è molto diffuso in Italia ha già 100 milioni di utenti nel mondo. A usarlo sono soprattutto ragazze adolescenti o con poco più di 20 anni. Baby Ariel, l’utente più popolare del social, è finita sulla CNN.

Vediamo di cosa si tratta.

Ballo, canto e playback: i mini clip di Musical.ly

Il funzionamento dell’app è molto semplice, quasi banale. Funziona come una specie di playback amatoriale: si sceglie una canzone e l’utente registra un filmato di sé mentre prova a muovere le labbra in sincrono.

È una sorta di versione evoluta di Dubsmash, la famosa applicazione per registrare video con le voci dal mondo del cinema. In più, Musical.ly ha aggiunto delle funzionalità innovative: duetti virtuali, domande in tempo reale ai propri artisti preferiti, sticker sui video, dirette attraverso l’app ‘gemella’ Live.ly.

Inizialmente c’era un limite di 15 secondi per ogni filmato. Oggi è stato rimosso, per venire incontro alle richieste degli utenti.

L’app spopola tra gli adolescenti, che sul social possono trovare alcuni dei propri beniamini. Selena Gomez è stata una delle early user, per esempio. Oggi c’è anche Ariana Grande ed l’azienda ha avviato una collaborazione con la NFL.

Gli utenti USA la usano più di Facebook

L’ultima notizia è che l’app sta facendo molto rumore negli States. Anche perché è la prima app made in China ad aver fatto centro sul mercato, con 35 milioni di utilizzatori. Un successo “decisamente unico”, spiegano gli esperti.

Gli utenti attivi mensilmente sono ancora relativamente bassi. I 20 milioni di Musical.ly sono appena un terzo dei 60 milioni di Snapchat e meno di un quarto di quelli di Instagram (90 milioni).

Eppure, chi usa l’app ne è assolutamente conquistato. Al punto che batte Facebook per tempo speso ogni volta che viene aperta. Ecco un’infografica Sensor Tower:

musically-tempo-speso

Baby Ariel e la CNN

Ecco una dimostrazione ‘pratica’ delle funzionalità dell’app:

Lei è ‘Baby Ariel’, alias di Ariel Martin, 15enne residente in Florida. Grazie alle sue performance sul social è diventata la muser più popolare, con 14 milioni di follower. Muser è il termine con cui gli utenti di Musical.ly definiscono se stessi.

È talmente popolare da essere finita sulla CNN. Come ci è riuscita? Semplicemente mimando le parole delle canzoni, esagerando le proprie espressioni facciali durante le sue performance e muovendo lo smartphone in maniera originale, per catturare nuovi angoli di inquadratura.

Quando è arrivata sul social, una delle prime negli States, si è chiesta: “Perché non proviamo a rendere questi video davvero divertenti da guardare?”.

Grazie a questa semplice idea, ha cominciato a guadagnare consensi. Aumentando, nel frattempo, anche il proprio seguito su social più affermati come YouTube e Instagram. Oggi vende rossetti e phone grip con il proprio volto sopra. “Sono sempre in viaggio grazie alla mia passione: non vado più a scuola, ormai seguo le lezioni online!”, spiega la ragazza al network americano.

Tutto è nato da un viaggio in treno

Il fondatore di Musical.ly si chiama Alex Zhu, startupper di Shangai. Sviluppa la sua prima app, Cicada, nel settore dell’educazione online, ma presto si rivelerà un flop. Cicada brucia i 250mila dollari che alcuni investitori californiani avevano messo nel progetto.

Per Alex, la vera illuminazione arriva in treno. Durante un viaggio tra San Francisco e Mountain View, comincia a osservare un gruppo di adolescenti. Hanno tutti lo smartphone in mano: alcuni di loro ascoltano musica, altri invece fanno foto e video.

“Perché non combinare questi due elementi”, si chiede. 30 giorni dopo nasce Musical.ly, lanciata sugli store nel 2014. Secondo le ultime stime, l’azienda vale oggi mezzo miliardo di dollari.

Nell’estate di quest’anno, Alex e il suo team hanno lanciato gli acquisti in-app per provare a monetizzare il successo. È ancora presto per dirlo, ma a quanto risulta alla CNN, l’idea sta già cominciando a macinare i primi profitti.