Dove vanno i media italiani?

La televisione è ancora molto forte, i giornali cartacei continuano a perdere lettori, Internet cresce, grazie soprattutto al mobile, e la radio è la vera sorpresa degli ultimi anni. È questa in sintesi la situazione dei media italiani nell’ultimo periodo. E gli scenari futuri sembrano indicare una situazione simile anche per i prossimi anni.
Stampa e media italiani tradizionali
La carta in Italia non ha mai avuto la fortuna sperata, specialmente in confronto ai Paesi anglosassoni e scandinavi. Da sempre, la penetrazione dei quotidiani cartacei è stata inibita da fattori sociali e demografici. Un trend che non poteva non riproporsi nel corso degli ultimi decenni, quando persino le grandi aziende editoriali del passato cedono il passo. Sull’argomento ricordiamo solo due dati, fondamentali. Innanzitutto i ricavi: gli ultimi dati AGCOM disponibili ci dicono che quotidiani e periodici hanno perso complessivamente il 7,5% dei propri ricavi dal 2014 al 2015. In termini assoluti, si arriva a poco meno di 4 milioni di euro. Come spiega questa infografica, il trend è in calo, malgrado i nuovi lettori in arrivo dal canale digital.
Dati: Audipress
La televisione si conferma regina dei media italiani
Anche se i ricavi nel confronto 2015/2014 sono essenzialmente stabili ( +1,5% Tv in chiaro, -1,4% pay tv) , la televisione ha raccolto lo scorso anno complessivamente circa 7,8 miliardi di euro. Quasi il doppio rispetto all’editoria e quasi 5 volte di più rispetto a Internet. La stragrande maggioranza della popolazione italiana, ha accesso al mezzo televisivo almeno una volta durante la settimana. In percentuale, arriviamo al 96%. Cambiano le modalità di fruizione, però: il 29% dei telespettatori guarda la tv attraverso un computer, il 16% via smartphone, il 14% via smart Tv e il 12% sul tablet.
Il mobile traina la crescita dei media italiani
Secondo gli ultimi dati Audiweb, la total digital audience in Italia ha raggiunto i 28,4 milioni di utenti nel mese di luglio 2016. Nel giorno medio, circa 22 milioni di italiani si collegano a internet. È il mobile a trainare la crescita del canale digital: nel mese di luglio hanno navigato via mobile 24,6 milioni di italiani tra i 18 e i 74 anni. Nel giorno medio, i device mobili sono stati lo strumento di navigazione preferito per 19,2 milioni di italiani, mentre il pc è stato utilizzato da 9,9 milioni di utenti.
In un confronto con il resto dei Paesi europei, l’utilizzo del Web risulta però ancora poco diffuso (in questo caso, i dati sono riferiti al 2014, ultimo range temporale disponibile). Gli utenti che complessivamente possono accedere a Internet sono circa il 75% nei Paesi dell’Ue 28, a fronte dei 34,5 milioni in Italia (60,2%).
Dati: Istat
Tra i media italiani avanza la radio
Nello scenario mediale italiano, merita un discorso a parte anche la radio. Secondo AGCOM, è il medium che ha visto la crescita maggiore nei ricavi tra il 2014 e il 2015, facendo registrare un eccellente +9,5%.
Dopo la televisione, la radio è il secondo mezzo di comunicazione più utilizzato dagli italiani: la ascolta il 68% della popolazione, per una media di 149 minuti al giorno (dati AGCOM riferiti al 2015). Il canale digital, in questo caso, sembra aver dato forte impulso al mezzo: riproposizione dei palinsesti sui siti web delle emittenti, podcast, app e servizi di streaming hanno ampliato le possibilità di fruizione del mezzo. Anche lo switch-off televisivo, il passaggio al digitale terrestre, ha rappresentato un’opportunità per le emittenti di ampliare la propria diffusione.
Dove vanno i media italiani?
Fin qui abbiamo visto la fotografia attuale, che fornisce già alcune indicazioni sui possibili scenari futuri. Ora con l’ausilio del PwC Entertainment & Media Outlook 2016-2020, daremo un’occhiata alle prospettive dell’industria dei media e dell’intrattenimento da qui al 2020.
Considerando anche il settore dei Videogame, il fatturato complessivo del settore raggiungerà i 36 miliardi di euro, con un aumento del 4% sul 2014 (29,6 mld). A guidare la crescita ci saranno Internet (+7,2%), TV (4,6%) e Radio (+2,4%). Il canale digitale è destinato a diventare preponderante, rappresentando nel 2020 il 48% del totale del mercato media/intrattenimento. Nel 2015 era fermo al 40%.

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