Socialcom Italia - Febbraio 1, 2017

Ecco come Instagram sta “rubando” utenti a Snapchat

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«È meglio fallire nell’originalità che avere successo nell’imitazione» diceva Hermann Melville, l’autore di Moby Dick. Una regola che vale nella vita, ma non sempre. Lo dimostra quello che è successo tra Snapchat e Instagram sul caso “Stories”, lo slide show di foto e video che può essere realizzato su entrambi i social.

Come i più attenti osservatori sui social media sanno, la funzione è stata inventata da Snapchat e poi ripresa da Instagram, appena sei mesi fa. “Ripresa” sarebbe a dire “copiata”. E in questo caso chi copia ha la meglio, come svelano i dati.

Instagram copia e danneggia Snapchat

Secondo i dati divulgati da Techcrunch infatti da quando Instagram ha introdotto la nuova funzione, le visualizzazioni delle Stories “originali” su Snapchat  sono diminuite dal 15 al 40%. Stessa sorte è toccata al numero di storie condivise dagli utenti che sono calate, insieme ai download dell’app.

I numeri parlano a favore di Instagram che combatte oggi su un altro terreno. In pochi mesi, il suo “Stories” ha raggiunto quota 150 milioni utenti giornalieri, che poi è lo stesso numero di utenti totali iscritti a Snapchat.  Per fare un confronto, Instagram ha 600 milioni di utenti attivi e negli ultimi sei mesi ha registrato una crescita di 100 milioni. Qui spieghiamo perché Instagram ha battuto Snapchat nel 2016.

Non è la prima volta che Instagram imita Snapchat

Comunque vada in futuro il confronto tra Instagram e Snapchat, c’è di sicuro che l’app di Evan Spiegel si candida per essere la più copiata di sempre. Poco dopo Stories, Instagram ha ripreso da Snapchat altre funzioni,  come  le dirette streaming che si autodistruggono dopo la visione e messaggi, foto e video che scompaiono dopo che il destinatario li ha letti.

Tuttavia, Snapchat può rallegrarsi per la sua prossima quotazione in Borsa, che si avvicina sempre di più: 25 miliardi di valore. Se confermata sarebbe la seconda quotazione più grande della storia del tech americano, dopo i 100 miliardi di Facebook.