Socialcom Italia - Ottobre 21, 2016

Dove va l’editoria italiana

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Il successo dell’editoria italiana è stato storicamente frenato da una bassa percentuale di lettori. Per il 2015, l’Istat ha stimato che il 42% della popolazione di sei anni e più ha letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti. Un dato stabile rispetto al 2014, dopo un lungo calo registrato a partire dal 2011.

I cosiddetti lettori forti, coloro che leggono almeno un libro al mese, rappresentano il 13,7% del totale dei lettori, in ulteriore calo rispetto al 2014 (14,3%). C’è ancora speranza per il settore? Gli ultimi dati dicono di sì.

Editoria italiana: la crescita dopo una crisi di 7 anni

La lunga crisi dell’editoria italiana, durata 7 anni, sembra aver visto una seppur minima inversione di tendenza. Già nel 2015 Nielsen stimava una crescita dello 0,7% nei canali trade (librerie, online e GDO), con una crescita complessiva dell’1,6% (dati: AIE) quando si considerano i fatturati anche di ebook e canali di vendita alternativi (fiere, musei, edicole). Crollano invece le vendite nella Grande Distribuzione Organizzata, che ha fatto registrare -14,8% sul 2014. Un incremento molto timido è stato confermato nei primi 4 mesi del 2016: +0,1% del trade.

A trainare la crescita, ci sono le librerie indipendenti, gli ebook, cresciuti del 25,9% nel 2015, e i canali distributivi alternativi (+8,1%). Questi ultimi due settori rappresentano ormai quasi il 30% del totale del mercato.

Editoria italiana: l’importanza delle nicchie

Tra i dati più interessanti, c’è l’aumento del volume di affari delle librerie indipendenti: +2,3%. Questo trend conferma l’andamento dell’editoria italiana nel suo complesso: sono i lettori forti a trainare il settore. I lettori occasionali, che prima compravano nella GDO, sembrano in diminuzione. L’editoria italiana che vince sta dunque nelle nicchie e sarà così anche nel prossimo futuro.

Lo confermano le stime sugli editori. Gli unici che riescono a incrementare il fatturato sono coloro che coltivano una nicchia stabile e solida. Si tratta di circa il 15% del totale. Sono, in genere, gli imprenditori più attivi, che attingono alla propria creatività per sviluppare idee promozionali nuove: festival, feste, fiere, innanzitutto. Ma anche corsi, eventi di formazione e workshop, con l’obiettivo di creare una base di lettori appassionati.

Editoria italiana: i settori

A essere saldamente in attivo è il settore dei libri per bambini e ragazzi. Gli ultimi rilevamenti Nielsen, ci dicono che questo tipo di volumi, illustrati o meno, rappresentano ormai il 22% del comparto. Questo malgrado un rallentamento della crescita registrato nel 2016, dopo anni da record, che avevano segnato punte del +6,4%.

Il 2016 dell’editoria italiana ha fornito ulteriori segnali contraddittori. Se negli anni precedenti settori come il Lifestyle e il Tempo libero sembravano in caduta libera, i primi mesi dell’anno hanno fatto registrare un’inversione di tendenza. Dati positivi registrati anche dai romanzi d’amore, dai libri sulla cristianità e dalle guide (soprattutto test per esami e concorsi). Continua a perdere terreno la fiction: nel 2016 rappresenta il 37,5% del totale delle vendite librarie, in calo rispetto al dato 2015 (38,9%).

Foto: Sistema Bibliotecario Vimercatese