Emoji: come usarle per il marketing sui social

Che piacciano o meno le emoji, le simpatiche faccine e immagini che utilizziamo tutti i giorni sui social, sono uno strumento sempre più usato dai brand nelle loro campagne di advertising. Il motivo è spiegato da alcune ricerche, come quelle riportate dal sito socialmediatoday, nelle quali emergono alcuni dati su cui riflettere:
- Su Twitter chi usa emoji ottiene un engagement maggiore del 25,4%
- Su Facebook chi se ne serve, incrementa i like del 57%, commenti e condivisioni del 33%
- Su Instagram, quasi il 50% di tutti i commenti e stati contengono emoji.
Socialmediatoday spiega 5 modi per inserire le emoji all’interno di una strategia di marketing. Ecco quali sono.
1. Uso delle emoji: considerazioni generali
Prima di pensare a come usare le emoji all’interno di una strategia di marketing c’è bisogno di partire da alcune considerazione e rispondere ad alcune domande.
Analizza il tuo target e chiediti:
- Quali sono le emoji che meglio si legano alle caratteristiche del tuo pubblico?
- Quali sono le emoji che loro già usano e con le quali sono familiari?
Pensa al tuo brand e chiediti:
- Quali emoji riflettono i valori del tuo brand?
- Quali emoji ricordano il tuo brand?
Considera poi il messaggio che vuoi trasmettere nella campagna:
- Qual è il significato delle emoji che vuoi utilizzare?
- Quanto contribuiscono a rendere chiaro il tuo messaggio?
2. Emoji: usale con moderazione
La sobrietà nell’uso delle emoji può essere determinante. Non è quello che ha fatto il brand Chevrolet quando ha lanciato il modello dell’auto Chevy Cruze nel 2015. Per farlo ha pensato di creare una campagna e anche un comunicato interamente scritto con le emoji. È vero che con questa strategia ha ottenuto un coinvolgimento 18 volte superiore rispetto alle campagne tradizionali. Ma i commenti sono stati perlopiù negativi.
3. Emoji: comprendi il loro reale significato
Uno dei problemi con diverse emoji è che spesso ne fraintendiamo l’uso e il significato. Forse non lo sapevi ma esiste una Emojipedia (hai capito bene!), un dizionario delle emoji che ci aiuta a decodificarle nel modo giusto. È il caso della celebre emoji della pesca che viene più volte associata a significati sessuali, come spiega l’infografica. Quello che un brand deve fare, in questo caso, è accertarsi prima del reale significato dell’emoji e poi poterci anche giocare, come ha fatto un ospedale di New York che ha usato le emoji per promuovere i suoi corsi sull’educazione sessuale.
4. Emoji: legale al tuo brand
Scegli solo quelle emoji che possono richiamare in qualche modo il tuo brand. Qui puoi percorrere due strade: usare quelle già esistenti, come ha fatto il WWF in una sua campagna dedicata alla protezione delle specie in via di estinzione (35mila retweet e 11mila “mipiace”). Oppure crearne alcune proprie, accertandoti prima che vengano “lette” dai diversi sistemi operativi di pc e smartphone. Ci sono diverse app che ti consentono di personalizzare le emoji, come Face4You.
5. Emoji: sbizzarrisci la tua creatività
Ci sono casi di successo di brand che hanno saputo utilizzare le emoji in modo creativo per lanciare una loro iniziativa. È il caso del lancio di Deadpool che sui social e su alcuni cartelloni pubblicitari ha sostituito le emoji al titolo del film. Il teschio per “dead” e “poo” che è un modo colloquiale per definire le feci. Il risultato è esilarante, come si vede dall’immagine.

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