Facebook paga per la pubblicità nei video

Si muove veloce il futuro dei video online. Facebook è il social che più di tutti può monetizzare dall’incredibile mole di traffico (secondo Cisco in futuro, l’80% dei contenuti sul web sarà rappresentato da video) che sarà generato. Ma per farlo, il social network ha bisogno di trovare un modo più coinvolgente e remunerativo per convincere i creatori di contenuti a postare video sulle sue bacheche e non altrove (su YouTube, per esempio).
Per farlo, Mark Zuckeberg sta testando una grande novità…
Le pubblicità appaiono nel bel mezzo del video
La soluzione chiamata in inglese “mid-roll” consiste nell’inserire messaggi pubblicitari all’interno dei video, dopo che gli utenti li hanno visualizzati per più di 20 secondi. L’idea di Zuck è quella di consentire ai creatori di contenuti di usare questa funzionalità e potersi dividere la fetta dei ricavi pubblicitari, il 55% delle vendite.
È un po’ la strada che è stata intrapresa da YouTube nel 2007 quando ha lanciato il programma Partners che consente a chiunque di fare soldi sulla piattaforma. Questo è un po’ la vision del futuro.
Facebook ha bisogno di attirare i singoli creatori di contenuti (che sono spesso i migliori e i più seguiti), ma senza offrire loro dei guadagni: l’impresa è davvero ardua.
Per il momento, infatti, la possibilità di guadagno sarà offerta solo alle media company. Sarà inoltre possibile incassare delle fee con l’advertising solo se i video realizzati saranno superiori ai 90 secondi. Il perché è facile da capire. Facebook non sta puntando sulla quantità, ma sulla qualità. Più lunghi sono i video, più c’è la possibilità di tenere gli utenti attaccati allo schermo di pc e smartphone.
La mossa che farà diventare Facebook come YouTube?
Se lo chiedono gli esperti del settore. Facebook ha annunciato che solo nel 2016 gli utenti hanno trascorso 100 milioni di ore al giorno a guardare video. Finora Zuckerbrg ha proibito la pubblicità “pre roll”, per intenderci quei video pubblicitari che appaiono all’inizio della visualizzazione, modello YouTube, proprio per favorire il coinvolgimento, il cosiddetto “engagement”.
Una scelta che, tuttavia, aveva scontentato gli inserzionisti che lamentavano scarsi ritorni sui video, tanto che Zuckerberg ha dovuto poi cambiare strategia.
Ora resta da capire come saranno accettati dagli utenti gli spot pubblicitari che appaiono nel bel mezzo della visualizzazione. Li scoraggeranno a proseguire a guardarli o meno?
Questa è una domanda non da uno, ma da tanti milioni e milioni di dollari. Se gli utenti accetteranno di buon grado, Facebook potrebbe trasformarsi in una macchina da soldi nel settore del video advertising, andando a spaventare perfino YouTube.
D’altronde il social può contare su 1,79 miliardi di utenti. Aprire a loro e alle piccole aziende la possibilità di guadagnare con i video può significare cambiare per sempre il futuro del video advertising.

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