Inserzioni Facebook, troppi errori e poca trasparenza, le aziende sono stufe

Come si dice, “errare è umano”. Ma perseverare può essere diabolico. Le inserzioni pubblicitarie su Facebook, in misura maggiore, ma anche su Twitter, continuano a essere “ingannevoli” per gli investitori pubblicitari con dati e metriche sui post e i video sponsorizzati che spesso non corrispondono alla realtà: «È colpa dei bug», dicono.
Inserzioni Facebook: le volte che Zuck ha toppato
Nell’ultimo anno Mark Zuckerberg ha dovuto chiedere più volte scusa ai brand che spendono milioni sulle inserzioni di Facebook. VentureBeat ricorda alcuni degli episodi che hanno visto protagonista, in negativo, il social network.
A settembre l’azienda svela al mondo che le metriche sulle visualizzazioni dei video sono completamente sbagliate. Il calcolo tiene conto solo dei video visualizzati per più di 3 secondi, escludendo tutti quelli al di sotto di questa lunghezza. David Fisher, vice presidente della sezione business e marketing dell’azienda, deve scusarsi e rassicurare sul fatto che le vecchie statistiche non sono “macchiate” da quest’errore di misurazione.
A novembre il social network dichiara di avere scoperto diversi bug ed errori in quattro prodotti usati per rilevare metriche delle inserzioni su Facebook: tra questi “page insight”, gli analytics usati dagli amministratori delle pagine. Oltre a questo, il social network svela di lavorare su processi per aggiornare i dati con maggiore frequenza.
A dicembre di quest’anno Facebook deve fare retromarcia sui dati di traffico degli Instant Article, il servizio che consente ad alcuni gruppi editoriali di pubblicare le loro news direttamente sul social. L’errore questa volta riguarda i dati di rilevamento sul traffico dall’iPhone, come spiega Quartz.
Anche Twitter sbaglia e deve chiedere scusa
Anche il social dei cinguettii di Jack Dorsey si è trovato in questi giorni a gestire una situazione molto delicata con gli inserzionisti. Come racconta Business Insider, un bug nella versione più recente dell’app Android, ha aumentato le metriche sul video advertising del 35%. L’errore è perdurato per circa un mese, dal 7 novembre al 12 dicembre, e ha costretto a rassicurare gli inserzionisti: Twitter si è impegnata a restituire i soldi investiti sulla piattaforma.
«Una volta scoperto il problema, lo abbiamo risolto per poi comunicare le conseguenze ai partner», ha dichiarato un portavoce della compagnia.
Un bella gatta da pelare per il social già alle prese con la sfiducia degli investitori, l’assenza di potenziali acquirenti, e una crescita che non decolla negli ultimi mesi: il social ha aumentato il suo bacino di “soli” 4 milioni di utenti attivi negli ultimi sei mesi del 2016, mentre molti top manager “fuggono dalla nave”, come il COO Adam Bain.
La trasparenza nelle metriche è necessaria
La questione delle metriche sballate e dei bug nelle inserzioni su Facebook e Twitter, è molto più delicata se si considera che in un prossimo futuro gli investimenti pubblicitari sui social toccheranno quota 50,2 miliardi nel 2019 (secondo Zenith Optimedia). Per la società di analisi il social media advertising è destinato a crescere del 20% l’anno e nel 2019 il suo valore sarà inferiore solo dell’1% rispetto a quello della pubblicità sui quotidiani (50,2 miliardi sui social vs 50,7 miliardi per i quotidiani). In un contesto così in continua evoluzione la trasparenza nelle misurazioni delle metriche diventa una priorità e scusarsi tirando in ballo i “bug”, quando ci sono in gioco milioni di investimenti, potrebbe non reggere più.

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