Socialcom Italia - Gennaio 19, 2017

La pubblicità è destinata a sparire

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Ne parlavamo proprio ieri: secondo le più recenti ricerche, gli under 20 evitano la pubblicità, la rifuggono come una piaga. Soprattutto quella online. Banner, annunci sui social media, spot trasmessi prima di un video: nascondono, cliccano su ‘skip’, installano Adblocker su tutti i loro dispositivi. Pc, smartphone, tablet: il 69% dei membri della Generazione Z (8-19 anni) evita la pubblicità sul web come può.

Si tratta di un numero impressionante, che nel giro di qualche anno procurerà non pochi grattacapi ai pubblicitari di tutto il mondo. Se consideriamo inoltre che sono quasi 310 milioni (in crescita) le persone che hanno un software per bloccare gli spot, tenendo conto solo del mobile, comprendiamo le dimensioni del problema.

La pubblicità è quindi destinata a sparire. Almeno quella che conosciamo…

Metti un pubblicitario alla festa del cinema

In che direzione, quindi deve andare la pubblicità per funzionare ancora? Ce lo spiega un evento. Il Sundance Festival è uno dei più importanti eventi globali legati al mondo cinematografico. Fondato nel 1978 (quando si chiamava Utah/United States Film Festival), dopo quasi 40 anni di attività premia ancora oggi artisti, attori, registi, film e documentari selezionati tra i migliori provenienti da 37 Paesi del mondo.

Cosa c’entra il cinema con la pubblicità online? C’entra, perché l’advertising che vince oggi racconta sempre una storia. Già lo scorso anno, un gruppo di esperti di marketing è stato invitato dal Sundance a creare un appuntamento dedicato agli appassionati e ai creatori di storytelling, il racconto cioè delle storie di brand e prodotti. L’esperimento si ripete anche quest’anno. Da ieri, 18 gennaio, fino a domenica 22, questa nuova forma di comunicazione aziendale è al centro di BrandStorytelling, evento parallelo al festival americano.

«I marketer sono sempre più consapevoli che interrompere la fruizione mediale con un messaggio commerciale è un investimento rischioso», spiegano gli organizzatori. E questo la dice lunga sullo stato di salute della pubblicità tradizionale.

Ecco come cambia la pubblicità (in 5 frasi)

Pensieri, ricerche e riflessioni degli organizzatori di Brand Storytelling sono stati raccolti insieme da AdWeek, in un’interessante raccolta di spunti sul futuro della pubblicità. Eccone alcuni.

«Andare a caccia di pubblicità facile utilizzando l’hastag del momento può essere pericoloso e vuoto. Creare una storia che abbia come obiettivo connettere i fan tra loro è invece uno strumento potente e divertente. I veri fan di un brand non possono semplicemente essere “comprati”. Vanno invece coltivati». Alan Beard, CMO di Fullscreen Media.

«Cosa rende Snapchat così desiderabile? Ci sono i numeri ovviamente: Snapchat attrae 150 milioni di utenti attivi ogni giorno, che passano almeno 30 minuti utilizzando l’app. E che condividono 10 miliardi di video ogni giorno. È una quantità incredibile di interazioni: gli utenti, su Snapchat, sono coinvolti in una nuova forma di storytelling, che è molto personale, mobile e moderna ». Sara DeCou, Executive Producer di Naritiv (WeBuyGold).

«Gli utenti, oggi, affogano in un mare di contenuti. Oggi più che mai, i marketer devono trovare il modo di superare il rumore di fondo e creare connessioni reali e significative con i propri consumatori. Per riuscirci, le agenzie di pubblicità hanno bisogno dei giusti collaboratori: persone cioè che sappiano raccontare qualunque tipo di storia, identificare le informazioni chiave, attirare l’attenzione verso i brand e alimentare la propria strategia di marketing». Wendy Wildfeuer, SVP di NBCU Content Studio.

«L’advertising continua a recitare la parte dell’inseguitore. Piuttosto che adattarsi al cambiamento, valutando attentamente il costo dell’attenzione e studiando il modo di raggiungere le persone in maniera più efficace, l’industria pubblicitaria ha semplicemente provato a ficcare più spot in una finestra di attenzione sempre più limitata». David Levy, EVP di Nonlinear Advertising Revenues (Fox Network Group).

«Per i brand che intendono investire nella creazione di contenuti, avere delle storie di qualità, superiori alla massa, è vitale. La battaglia per l’attenzione dei consumatori sta diventando sempre più dura. I vincitori saranno coloro che sapranno utilizzare i dati e le tecnologie per capire cosa la propria audience guarda davvero. E che sapranno inoltre usare la propria intelligenza per ideare e produrre contenuti di qualità». Chip Russo, EVP di Strategic Partnerships ZEFR.

FOTO: NY – http://nyphotographic.com/