5 modi per evitare di procrastinare (a cui non hai mai pensato)

Esistono davvero delle strategie per smettere di procrastinare? In tutta sincerità, le ho provate tutte. Lavorando soprattutto da casa le difficoltà sono enormi, soprattutto per concentrarsi. E i classici consigli, alla fine, non bastano mai.
Metto in ordine la mia postazione di lavoro, sempre. Mi vesto “da ufficio” anche quando non ho call conference. Immagino tutte le belle cose che farò una volta finito di lavorare. Metto in scaletta prima le cose più difficili e impegnative, in modo da sfruttare l’energia maggiore del mattino.
Arriva sempre però un momento nella giornata in cui ho solo la forza (o la motivazione) per guardare i video della NBA su Facebook. E può durare anche ore. Sono andato quindi a cercare alcuni consigli inediti (almeno per me), di psicologi e coach, per capire se funzionano. Tra un paio di settimane vi farò sapere com’è andata! Eccoli.
1. Non usare il perfezionismo come scusa per procrastinare
Voler fare le cose bene è ok. Aspettare che tutto sia perfetto non è ok. Secondo Joseph R. Ferrari, professore di psicologia alla DePaul University di Chicago, quando diciamo “Voglio fare questa cosa in maniera perfetta” e poi impieghiamo 3 giorni per un compito che avrebbe richiesto poche ore, stiamo solo cercando una scusa elaborata per procrastinare. È ovvio che non sarà mai completamente perfetto ciò che facciamo. È quello che siamo: esseri umani. Ferrari propone quindi di adattarsi alla regola dell’80%: arrivare cioè a un buon risultato. “Se riesci a raggiungere l’80% del risultato, allora avrai successo”, spiega.
2. Dillo agli amici
La battaglia contro la procrastinazione richiede un buon battaglione al tuo fianco. Quando lavoriamo da soli è più difficile restare motivati. In un ufficio, lo spirito di collaborazione (o anche quello di competizione), ci porta a essere più rapidi. Anche se lavoriamo da soli, possiamo però trovare aiuto: amici, colleghi nello stesso settore, membri della famiglia. È quello che consiglia Thomas C. Corley, coach e autore di diversi libri motivazionali, tra cui “Change Your Habits, Change Your Life”.
3. Se il cervello lavora bene è più facile non procrastinare
Lo dice l’Harvard Medical School: per coltivare una mente vincente dobbiamo prendercene cura, ogni giorno. In questo modo saremo più veloci nel lavoro da fare e anche più motivati. Le basi da cui partire sono 3.
Sonno. Alla base della procrastinazione c’è spesso un problema emotivo. La vulnerabilità interiore e la depressione non ci aiutano a lavorare bene. Per mettere da parte i pensieri negativi che ci trasciniamo, dormire 7-8 ore per notte è una delle strade migliori. Non serve, quindi, lavorare fino alle 3 di notte, anche se c’è una deadline vicina: è molto meglio riposare.
Esercizio fisico. Chi ha il tempo, giusto? Intanto, però, sempre più ricerche dimostrano che lo sport beneficia anche la mente, soprattutto un po’ d’aerobica. E per quella non dobbiamo nemmeno scendere di casa!
Alimentazione. Le nostre capacità cognitive sono migliorate (o peggiorate) dall’alimentazione. Prediligiamo diete ricche di verdura e oli vegetali, salutari per il nostro sistema cardiocircolatorio.
4. Combatti la scimmia
I monaci buddisti non sanno nulla di neuroscienze. Ma grazie alla conoscenza del proprio spirito, hanno capito che c’è sempre dentro di noi una battaglia tra le reazioni veloci ed emotive e il lento, laborioso ed estenuante processo di inibizione e controllo mentale. I monaci identificano questa tensione continua con l’espressione “mente da scimmia”.
C’è un riscontro biologico per questa filosofia. Il sistema limbico è il centro emozionale del cervello, che ci comunica le reazioni primarie. Abbiamo poi la corteccia prefrontale, che potremmo definire come la nostra mente esecutiva: organizza i compiti e inibisce gli impulsi quando necessario.
Secondo Timothy Pychyl, professore di psicologia alla Carleton University di Ottawa, per smettere di procrastinare dobbiamo imparare a regolare questi impulsi.
Come fare? Innanzitutto è importante conoscersi. Sapere che abbiamo un sistema limbico che ci dice ‘Ok, non ho voglia di fare niente da qui a domani’ e una corteccia prefrontale che ci impone scelte più sagge, ci aiuta a identificare i segnali dell’organismo. Potremo quindi scegliere più chiaramente la direzione da prendere.
Più praticamente, Pychyl propone di suddividere un progetto molto grosso e impegnativo in passi più piccoli e maneggevoli: la nostra mente da scimmia ne avrà meno paura.
5. Imparare a perdonarsi per smettere di procrastinare
Sempre Pychyl, insieme a un gruppo di ricercatori della Carleton, ha scoperto un altro trucco per smettere di procrastinare. Peccato che sia davvero il più impegnativo di tutti.
Gli studiosi hanno esaminato 119 studenti al primo anno di università (49 maschi e 70 femmine). L’obiettivo era capire la relazione tra il senso di colpa per aver rinviato un compito e la procrastinazione stessa. Chi era in grado di perdonarsi per aver rimandato lo studio per il primo esame, si sarebbe poi impegnato di più per la sessione successiva.
Come si fa? Bella domanda. Nella mia esperienza, il senso di colpa e il vittimismo sono semplicemente delle strade per rimandare ancora e ancora. Ma questi pensieri non hanno un potere reale su di noi, a meno che non glielo diamo noi. Quando abbiamo una nebulosa di pensieri negativi in testa, proviamo a visualizzarla nella mente, a rimpicciolirla e ad allontanarla da noi. In genere funziona, almeno per un po’.
Foto: Vic on Flickr

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