Due ragazzi creano il social delle adozioni (ma è una bufala)

Era stata ribattezzata su alcuni blog di settore come il “Tinder delle adozioni”. Si chiama Adoptly ed è un’app che, sostenevano i creatori, avrebbe messo in contatto potenziali genitori in cerca di bimbi da amare, con i neonati e i bambini in cerca di famiglia. I creatori, Ben Becker ed Elliot Glass, avevano anche lanciato un crowdfunding per raccogliere fondi per il progetto. Risultato? 4mila dollari su un obiettivo di 150mila. Prima che il “trucco” venisse svelato…
Anche le bufale hanno le gambe corte (a volte)
Non sempre è così, purtroppo. A volte le bufale diventano virali. Molto più virali delle notizie che le smentiscono (l’abbiamo visto fin troppo spesso). Altre volte, invece, hanno le gambe corte.
È il caso di Adoptly, l’app per diventare genitori “in un touch“. Il progetto si riproponeva di creare una piattaforma mobile per connettere «coloro che stanno cercando di formare una famiglia con i bambini in adozione nelle vicinanze».
Lanciata con un progetto su Kickstarter, che prevedeva il raggiungimento di un obiettivo di 150mila dollari, è stata fermata qualche giorno fa dalla piattaforma di crowdfunding, quando aveva raggiunto 4mila dollari e 16 finanziatori. Kickstarter non ha citato nello specifico le ragioni per cui ha sospeso Adoptly, parlando genericamente di violazioni delle policy del sito.
Contattati da The Verge, i creatori hanno rivelato successivamente che l’app era in realtà un “progetto artistico“. Becker e Glass ne hanno spiegato l’intento satirico:
«Il mondo del tech è ossessionato dal desiderio di rendere tutto più veloce, più facile, più conveniente, e istantaneamente gratificante», spiegano.
Una bufala creata ad arte, dunque, per capire «dove sarebbe arrivata attraverso i media tradizionali, i social media e i commenti alla campagna».
Non è la prima volta…
Becker e Glass ci avevano già provato. A luglio dello scorso anno, lanciavano infatti Pooper, un’app che permetteva l’incontro tra i possessori di cani – che non avevano tanta voglia di raccoglierne i bisogni – e i raccoglitori di bisogni (che sarebbero anche stati pagati per questo).
All’epoca la notizia ha fatto molta più strada rispetto ad Adoptly. Ne hanno parlato diverse testate locali e online negli USA (Newsday, The Daily Dot, RedEye Chicago), dando la notizia come vera. Anche giornali blasonati hanno riportato in parte il comunicato stampa diffuso dai creatori, ma inserendo una certa quota di scetticismo agli articoli.
“Quest’app, probabilmente fake, ti mette in contatto con le persone per raccogliere la cacca del tuo cane”, scriveva Mashable.
“Pooper sostiene di essere in grado di mandare qualcuno a pulire i bisogni del tuo cane (ma probabilmente è solo uno scherzo)“, gli faceva eco il Daily Mail.
Il Washington Post intervistava Becker. Il titolo oggi è cambiato, ma quello originario è forse rintracciabile nell’URL, che recita :”Un’app per trovare qualcuno che raccolga la cacca del tuo cane“. Salvo poi nell’articolo scrivere che si trattava probabilmente «di una sorta di iniziativa ironica per sottolineare l’ossessione per i cani e la sharing economy».
Insomma, una strategia per avere qualche clic in più, ma senza sporcarsi troppo le mani.

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