Il boomerang dei selfie: sui social non piacciono più

I social media sono invasi dai selfie. È impossibile accedere alla home di una qualsiasi piattaforma senza visualizzarne almeno uno. Secondo le statistiche di Google, solo nel 2014 ne sono stati scattati ben 93 milioni al giorno. Ma, se tutti amano farli e postarli, a nessuno piace vederli.
Come ci suggerisce il titolo della ricerca “The Selfie Paradox: Nobody Seems to Like Them Yet Everyone Has Reasons to Take Them”, pubblicata sul Frontiers in Psychology, a cura della professoressa Sarah Diefenbach dell’Università di Monaco, l’opinione sui selfie è duplice e contraddittoria. Li percepiamo come intrisi di narcisismo, autopromozionali e costruiti, eppure ci piace scattarli e postarli. Perché?
Il paradosso dei selfie
Lo studio ha coinvolto 238 persone (da Austria, Germania e Svizzera) di cui il 77% ha ammesso di aver scattato almeno un selfie nell’ultimo mese. Il 49% ha dichiarato di visualizzare almeno un selfie a settimana e il 90% pensa che siano autoreferenziali, privi di autenticità e che esprimano superficialità. E l’82% degli intervistati preferirebbe vedere altri tipi di scatti.
Però quest’opinione (per il 54%) non vale più se si tratta di giudicare i propri selfie, che vengono considerati autoironici e autentici, e la connotazione narcisistica improvvisamente scompare. L’immagine positiva che pensiamo di trasmettere agli altri, per tanto, non solo non viene percepita, ma assume anche una connotazione negativa. Un vero e proprio boomerang mediatico.
La sfida del selfie: a caccia di autostima
Tempo fa c’eravamo già detti che i selfie sono tra i post più odiati del 2016, una mania che spinge le persone a fare gli scatti più assurdi (al funerale, sui binari del treno, durante una situazione di pericolo…). Nel 2017 il trend sembra resistere. Perché?
Il selfie è diventato un mezzo per attirare attenzione e ricevere approvazione da una platea che non è possibile raggiungere nella vita reale. È un modo per mantenere il controllo sulla propria immagine, perché il soggetto della foto è lo stesso che realizza lo scatto. E poi il resto si gioca con le app di photo editing con cui qualcuno, non solo rende lo scatto più nitido e meglio centrato, ma riesce a modificare il proprio aspetto (alza gli zigomi, snellisce i lineamenti, cambia il tono della belle…). Vi è una trasfromazione digitale di sè stessi. Tutto per conquistare più like.
Se per qualcuno il selfie resta uno strumento per condividere un particolare momento, per molti altri è diventato uno strumento improprio per aumentare l’autostima sulla base dei like ottenuti. Non si può negare che una bella foto attragga molti like, ma c’è da chiedersi a cosa si sta esprimendo esattamente apprezzamento. Allo scatto o alla persona?

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