Socialcom Italia - Novembre 4, 2016

I virus diventano abbigliamento con la Glitch Art

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Come si legge su Business Insider, il 5 maggio del 2000 i computer di tutto il mondo sono stati infettati dal virus ILOVEYOU. Originario delle Filippine, ha fatto 10 milioni di vittime, diffondendosi grazie a un allegato email con il nome “”LOVE-LETTER-FOR-YOU.txt.vbs.”.  Il risultato è stato un danno di 15miliardi di dollari. Oggi, Jeff Donaldson ha fatto di quel virus una sciarpa. Meglio conosciuto con lo pseudonimo “Glitchaus, Donaldson è un artista dei tessuti, creatore della glitch art.

La Glitch Art, digital e arte si incontrano

Ti è mai capitato di ritrovarti lo schermo del pc o della televisione invaso da pixel e di linee frastagliate? Un’esplosione inaspettata che interrompe il lavoro di una giornata, un problema da correggere e da eliminare. Ebbene, glitch è il termine tecnico, di origine tedesca, con sui vengono indicati questi errori. La glitch art prende spunto proprio da qui. È una corrente artistica di genere futurista che trae ispirazione da anomalie, virus e malfunzionamenti nel software per computer. E Glitchaus la applica al settore tessile.

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Glitchaus:  i codici dei virus diventano schemi per tessuti

«Ho notato che questi virus sono così piccoli, carini…  che potevano essere virali… funzionavano perfettamente per una sciarpa fatta a maglia. Ho pensato che fosse troppo bello per non farlo», spiega Jeff Donaldson, su Business Insider .

Così l’artista quarantenne ha iniziato a studiare i codici dei virus informatici fino a creare la serie Malwear. Grazie a un software dedicato, Donaldson converte il codice di alcune parti dei virus più noti. Ogni pixel diventa un punto dei classici schemi utilizzati in maglieria per creare i tessuti. E così i virus più famosi finiscono dallo schermo direttamente su sciarpe, scialli e copriletti, e il mondo digital si unisce all’arte.

Ecco alcuni dei lavori realizzati da Donaldson, che puoi ammirare sulla sua pagina Instagram di Glitchaus.

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«Negli ultimi dieci anni ho esplorato il parallelismo tra le immagini generate dai computer e l’arte tessile» si legge sulla pagina Facebook di Glitchaus.  «Questa pratica – continua l’artista – può essere fatta risalire al telaio Jacquard (1801)  che è stata la prima macchina con cui si sono usate delle schede perforate per controllare le sequenze delle operazioni. Come un classico schema di design (pensate a ogni punto come un pixel),  è considerato il precursore della programmazione. Questa correlazione trova la sua apoteosi nel telaio moderno controllato dal computer e nelle macchine per fare a maglia».