I virus diventano abbigliamento con la Glitch Art

Come si legge su Business Insider, il 5 maggio del 2000 i computer di tutto il mondo sono stati infettati dal virus ILOVEYOU. Originario delle Filippine, ha fatto 10 milioni di vittime, diffondendosi grazie a un allegato email con il nome “”LOVE-LETTER-FOR-YOU.txt.vbs.”. Il risultato è stato un danno di 15miliardi di dollari. Oggi, Jeff Donaldson ha fatto di quel virus una sciarpa. Meglio conosciuto con lo pseudonimo “Glitchaus, Donaldson è un artista dei tessuti, creatore della glitch art.
La Glitch Art, digital e arte si incontrano
Ti è mai capitato di ritrovarti lo schermo del pc o della televisione invaso da pixel e di linee frastagliate? Un’esplosione inaspettata che interrompe il lavoro di una giornata, un problema da correggere e da eliminare. Ebbene, glitch è il termine tecnico, di origine tedesca, con sui vengono indicati questi errori. La glitch art prende spunto proprio da qui. È una corrente artistica di genere futurista che trae ispirazione da anomalie, virus e malfunzionamenti nel software per computer. E Glitchaus la applica al settore tessile.
Glitchaus: i codici dei virus diventano schemi per tessuti
«Ho notato che questi virus sono così piccoli, carini… che potevano essere virali… funzionavano perfettamente per una sciarpa fatta a maglia. Ho pensato che fosse troppo bello per non farlo», spiega Jeff Donaldson, su Business Insider .
Così l’artista quarantenne ha iniziato a studiare i codici dei virus informatici fino a creare la serie Malwear. Grazie a un software dedicato, Donaldson converte il codice di alcune parti dei virus più noti. Ogni pixel diventa un punto dei classici schemi utilizzati in maglieria per creare i tessuti. E così i virus più famosi finiscono dallo schermo direttamente su sciarpe, scialli e copriletti, e il mondo digital si unisce all’arte.
Ecco alcuni dei lavori realizzati da Donaldson, che puoi ammirare sulla sua pagina Instagram di Glitchaus.
«Negli ultimi dieci anni ho esplorato il parallelismo tra le immagini generate dai computer e l’arte tessile» si legge sulla pagina Facebook di Glitchaus. «Questa pratica – continua l’artista – può essere fatta risalire al telaio Jacquard (1801) che è stata la prima macchina con cui si sono usate delle schede perforate per controllare le sequenze delle operazioni. Come un classico schema di design (pensate a ogni punto come un pixel), è considerato il precursore della programmazione. Questa correlazione trova la sua apoteosi nel telaio moderno controllato dal computer e nelle macchine per fare a maglia».

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