#SocialPoliticsDay. Le elezioni al tempo dei social: “La politica è fatta della stessa sostanza dei social media”

Una ricerca, condotta nel periodo precedente e successivo alle elezioni 2018, realizzata analizzando le conversazioni degli utenti italiani sui social, cercherà di dare una risposta ai due interrogativi che hanno caratterizzato il dibattito politico delle ultimo mese – e cioè perché gli italiani hanno deciso di cambiare tutto, con il loro voto alle recenti elezioni politiche, e cosa si aspettano dal governo che verrà – e verrà presentata durante il dibattito “#SocialPoliticsDay. Le elezioni al tempo dei social”.

crediamo sia necessario che i vincitori del 4 marzo governino, lo devono a quanti hanno creduto nelle loro idee.
Detto ciò la tv resta e resterà sempre la tv, per questo autori, giornalisti e conduttori hanno una grande responsabilità, ancora più che nel passato, quella di mantenere il Paese con i piedi per terra. Mi domando se lo abbiano sempre fatto.
Oggi la politica è sempre più liquida e veloce: è la politica ad inseguire il feed dei social network o viceversa?
A me sembra che i contenuti politici continuino ad essere prodotti prevalentemente dal mainstream, che siano questi i giornali o le tv o gli stessi leader di questo o di quel partito, per essere poi veicolati sui
social più o meno “artificiosamente”. Quante volte abbiamo assistito a vere e proprie operazioni di viralizzazione di un video o di una card ad opera di un esercito di finti profili mossi da chissà quale manina? Ripeto: aspetto con fiducia che dai social emergano istanze positive e non solo e sempre dei NO giganteschi. Prendo come esempi positivi il #senzadime del dopo 4 marzo, come reazione spontanea della base dem che si opponeva a un accordo con i 5S, oppure il #metoo che ha unito tante donne nel mondo contro la violenza. Ecco, se c’è una cosa che i social sanno fare molto bene è questa: unire, e purtroppo anche il suo contrario, dividere.
Anche in comunicazione politica l’analisi dei dati diventa centrale, poiché riesce ad anticipare ed intercettare le tendenze della società più degli stessi sondaggi. Tuttavia, questo scenario pone una serie di interrogativi, come abbiamo visto nel recente caso che ha coinvolto Facebook. Cosa ne pensa?
Ho letto con grande preoccupazione della vicenda Facebook: il tema dei Big Data stava per esplodere da tempo ma mi pare che a tutti abbia fatto comodo voltare la testa dall’altra parte. Trump e Brexit sono le due principali conseguenze di questa modalità. Essere spiati, manipolati e infine sfruttati per finalità elettorali è intollerabile ma adesso impariamo la lezione: tanto per cominciare iniziamo a dire ai nostri figli che non tutto quello che circola in Rete è vero, anzi. E torniamo ad essere un po’ gelosi della nostra privacy, un mondo troppo esibito è un mondo che va verso un cortocircuito. La vicenda Facebook e Cambridge Analytica ne è la prima prova, ora anche la politica reclami più sicurezza informatica per i cittadini, ne va sempre di più della vita della democrazia.
La politica è fatta della stessa sostanza dei social media, prima c’erano i comizi ma dopo ci si fermava nei bar a discutere. Il dibattito, la critica, anche la polemica dura sono alla base del fare politica. Quindi, è cambiato tutto, si, ma solo perché nel frattempo siamo cambiati noi.

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