Antonio Catricalà a SocialCom19, “Abbattiamo le asimmetrie informative”

Antonio Catricalà, ex Presidente Antitrust, interverrà alla quinta edizione di SocialCom19
L’intervento dell’Avv. Antonio Catricalà, già presidente Antitrust, è previsto alle ore 9.45 nel corso del panel “Evoluzione dei potenziali monopoli informativi”. Prima dell’evento del 10 Dicembre alla Camera dei Deputati, abbiamo rivolto,come di consueto a tutti i relatori, una serie di domande all’Avv. Antonio Catricalà.
- Avv. Antonio Catricalà, il macro tema del nostro evento è la comunicazione al tempo dei social, come delineerebbe lo scenario in un tweet?
#Comunicazione ai tempi dei social. Il web da libertà assoluta a potere di pochi. Riequilibrare i rapporti, educare i cittadini a un uso consapevole. Abbattiamo le asimmetrie informative. - Disintermediazione, fake news, certificazioni delle fonti e libertà di espressione, sostenibilità economica dei modelli editoriali: su questi temi si gioca il futuro dell’informazione ed in parte anche la qualità delle nostre democrazie. Quale può essere un possibile punto di equilibrio tra gli interessi in gioco?
Credo che si debba arrivare a un equilibrio che, accanto alla libertà di manifestazione del pensiero, garantisca il diritto dei cittadini a essere informati in maniera rigorosa. La rete ha disintermediato e questo è un fenomeno preoccupante: se è nato un nuovo mestiere, quello del cercatore di notizie false, vuol dire che qualcosa non ha funzionato. Attenzione, non stiamo parlando di un prodotto difettoso, ma di un valore, l’informazione, essenziale per il buon funzionamento della democrazia. - All’epoca della disintermediazione ha ancora senso tracciare un confine tra comunicazione e informazione?
Io credo che proprio per gli effetti ‘moltiplicatori’ delle notizie su internet, il confine dovrebbe essere tracciato con chiarezza perché mentre la comunicazione è funzionale a un interesse particolare, l’informazione dovrebbe essere neutrale, offrire notizie e conoscenza a tutti i cittadini. Se questo confine si è via via scolorito forse qualche responsabilità va cercata anche nella qualità del giornalismo. Si è creata la convinzione che in Rete si trovino tutte le informazioni necessarie, per di più gratuitamente, e che quelle informazioni non siano diverse da quelle che si trovano negli articoli giornalistici, che siano on line o su carta. Non è così, perché un giornalismo rigoroso deve controllare le fonti, incrociarle, condurre un serrato contraddittorio con i loro interlocutori. Non si può pensare che una conferenza stampa, con domande precise, sia l’equivalente di una diretta Facebook. Ma occorre educare i cittadini, a partire dalla scuola, a distinguere tra comunicazione e informazione. - Viviamo in una società estremamente polarizzata in cui le persone si radicano sempre di può alle proprie opinioni. Questo effetto di polarizzazione è una conseguenza dei social o i social amplificano una tendenza che già esiste nella società?
E’ difficile dire se sia nato prima l’uovo o la gallina. Peraltro non sono tanto convinto che la società sia così polarizzata, come dimostra peraltro l’elevata mobilità dei flussi elettorali. Di sicuro i social, diversamente da quanto si possa credere, limitano proprio per effetto degli algoritmi, le potenzialità di conoscenza dei singoli. Mi piace citare una bella indagine dell’Agcom dalla quale emerge che gli studi svolti su enormi quantità di dati circa il consumo informativo dei cittadini, attraverso piattaforme algoritmiche quali i social network, dimostrano che nonostante la presenza di un numero elevatissimo di fonti informative (peraltro gratuite), gli utenti tendono ad accedere ad un numero limitato di esse. Non solo: gli utenti più attivi sui social sono anche quelli che accedono a meno fonti informative, a causa dell’emergere sui social di comunità molto polarizzate, distinte e separate l’una dall’altra. Questo uccide lo spirito originario di Internet perché non assistiamo all’allargamento dei punti di vista a disposizione ma a un loro restringimento. - Negli ultimi tempi le aziende si stanno ponendo sempre più il problema dei temi etici e della sostenibilità. Questa necessità quanto nasce dalla spinta che arriva dalla rete?
Ritengo di sì anche perché il tema dello sviluppo sostenibile, che include il rispetto dei diritti delle persone, sta entrando in maniera irreversibile non solo nelle coscienze dei cittadini ma anche nell’agenda dei decisori. Proprio per le possibilità di controllo delle informazione che offre potenzialmente la Rete, le aziende devono fare molta attenzione: se decidono di puntare sulla sostenibilità devono farlo con scrupolo e serietà, perché altrimenti rischiano ricadute pesantissime in termini di social reputation.
Ringraziamo l’Avv. Antonio Catricalà per questa intervista e per la sua partecipazione al prossimo Socialcom 19. È grazie alla sua disponibilità e quella degli altri relatori che Socialcom – La comunicazione al tempo dei social è un convegno dal rilevante contributo contenutistico e scientifico e l’unico in Italia che offre alta formazione gratuita per tanti giovani. L’appuntamento è per il prossimo 10 Dicembre alla Camera dei Deputati. Per info e accrediti:info@socialcomitalia.com

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