Socialcom Italia - Dicembre 23, 2016

Con 3 tweet Donald Trump fa tremare il mondo

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Sempre di più, Twitter è anche il luogo dove ‘nascono’ le notizie. L’abbiamo visto con le elezioni americane. L’abbiamo visto con la tragedia di Aleppo. E c’è da scommetterci che la presidenza Trump sarà fonte di analisi e studi negli anni a venire: alcuni tweet non solo fanno notizia; probabilmente contribuiscono a cambiare la storia.

Lo scrivevamo ieri. E nel frattempo è successo il finimondo. Non è una novità: il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ama creare scalpore, rilasciare dichiarazioni controverse. Essere imprevedibile. È stata questa la sua cifra ‘stilistica’ nel corso dei lunghi mesi di campagna elettorale. E chi nell’immediato post-elezioni già vedeva un Trump ‘diverso’, più accomodante e incline a discorsi sul’unità nazionale, forse dovrà ricredersi.

Nel giro di 24 ore, il presidente-eletto ha lanciato 3 tweet che hanno il potere di cambiare la storia. E che, nel frattempo, fanno tremare il mondo.

Israele, Nucleare, Lockheed: i 3 tweet

Il primo, alle 11:37, ora della costa est americana (ET), rimanda a un post su Facebook. E riguarda una risoluzione presentata dall’Egitto alle Nazioni Unite sulla presunta illegalità degli insediamenti israeliani in territorio palestinese.

«Alla risoluzione», scrive Trump rivolgendosi a Barack Obama, che è tuttora presidente in carica, «dovremmo porre il veto». Appena il tweet è stato pubblicato, l’Egitto ha deciso di ritardare il voto nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Qualche ora più tardi, la CNN ha scritto, riportando le parole di un ufficiale israeliano, che il governo Netanyahu ha contattato Trump per fare pressione sull’amministrazione Obama, affinché ponesse il veto sulla risoluzione.

Si tratta di una violazione del principio “un presidente alla volta”, secondo cui il nuovo eletto non dovrebbe interferire sulle attività del presidente uscente, fino a che non si insedia ufficialmente nello Studio Ovale.

Secondo tweet, se possibile ancora più minaccioso.

«Gli Stati Uniti dovrebbero rafforzare ed espandere la propria capacità nucleare»: Trump suggerisce in pratica un ritorno alla produzione di armi nucleari. Si tratterebbe, se attuata, di un’inversione rispetto alla politica trentennale di riduzione e smantellamento dell’arsenale nucleare, operata a partire dalla fine della Guerra Fredda.

Il tweet pubblicato alle 11:50 (ET) è arrivato dopo alcune dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin, in cui sosteneva la necessità di «migliorare l’efficienza in combattimento degli armamenti nucleari» russi.

Assisteremo a una nuova corsa agli armamenti? Le due nazioni possiedono ancora più di 14mila testate nucleari in totale.

Ultimo tweet, pubblicato alle 17:26 (ET), riguarda stavolta gli affari interni degli Stati Uniti. Via Twitter, il presidente-eletto annuncia che probabilmente rinuncerà a una commessa milionaria (il programma vale circa 400 milioni di dollari) con la Lockheed Martin per la produzione dei jet F35. Al suo posto, Trump vorrebbe acquistare gli F-18 Super Hornet della Boeing, azienda a cui ha chiesto di fare un’offerta.

A Wall Street il titolo della Lockheed ha perso immediatamente due punti percentuali. Per l’azienda di armamenti, gli F35 sono il futuro. L’annuncio di Trump potrebbe mettere a rischio il posto di lavoro di decine di migliaia di persone.

Il fact-checking dei tweet di Trump

Dato l’enorme potenziale distruttivo che Donald Trump ha dimostrato di avere nelle mani con appena 140 caratteri, c’è chi ha deciso di correre ai ripari. Il Washington Post ha creato un’estensione per Chrome e Firefox, che analizza le affermazioni del preidente-eletto su Twitter, valutandone la veridicità secondo il punto di vista del quotidiano americano.

«È ancora una versione di base», scrivono dal WP. «Il nostro obiettivo è di fornire un contesto più ampio in cui inquadrare i tweet di Trump quando è necessario».

Foto in evidenza: Gage Skidmore