Socialcom Italia - Giugno 8, 2017

Come i social media stanno cambiando la finanza di Girolamo Stabile

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L’influenza dei social media è arrivata a toccare e interessare pressoché ogni aspetto della nostra vita: le relazioni personali, anzitutto, ma anche la sfera professionale. Il mondo della finanza non è esente da questo trend. Non è facile delineare con precisione le dinamiche che sono andate innescandosi negli ultimi anni e che legano le piattaforme di condivisione online a chi si occupa di investimenti, in quanto si tratta di un panorama in costante evoluzione, soggetto a una mutazione continua.

Si può tuttavia affermare che i social hanno l’indubbia capacità di favorire la circolazione delle informazioni, per la loro stessa natura, con tutti i pro e i contro che ne derivano. È dunque bene conoscerli, individuare le opportunità che offrono e utilizzarne i canali per rispondere al meglio alle specifiche esigenze. Questo significa, per gli operatori, poter contare su uno strumento in grado di veicolare il proprio messaggio a un pubblico potenzialmente globale: essere presenti su Facebook o Twitter, per citare i due social più noti, significa essere individuabili, creare un contatto diretto con l’utente-cliente e costruire così un rapporto di fiducia quasi informale. Al tempo stesso, chi si trova dall’altra parte dello schermo, può contare su un supporto facilmente accessibile, competente e all’occorrenza capace di dispensare consigli. Non a caso anche i grandi gruppi hanno iniziato ormai da tempo ad offrire assistenza via social o addirittura attraverso le applicazioni di messaggistica istantanea come WhatsApp, Viber, Telegram o WeChat.

La nascita di quello che nel decennio scorso era chiamato Web 2.0 ha portato anche a una profonda metamorfosi dei servizi bancari e di quelli legati all’erogazione del credito: l’esempio più lampante è costituito dalle piattaforme di social lending ovvero di prestito tra privati, sempre più diffuse anche nel nostro paese. I prodotti collegati alle soluzioni di home banking, la possibilità di sottoporre i propri quesiti sulle bacheche social degli istituti anziché recarsi di persona agli sportelli e le applicazioni dedicate ai pagamenti in mobilità incarnano altri segni tangibili di una rivoluzione in atto. Tutto questo senza tener conto delle piattaforme di crowdfunding finalizzate a sostenere economicamente i progetti che muovono i loro primi passi e i portali come LinkedIn che hanno un peso sempre maggiore nella gestione delle relazioni professionali.

Ancora, chi opera nel mondo della finanza ha dalla sua l’efficacia dell’advertising personalizzato: non si dimentichi, infatti, che ogni utente di un social network è identificato nel dettaglio e che le piattaforme consentono di promuovere qualsiasi attività con campagne mirate, indirizzate a soggetti potenzialmente interessati ai servizi e ai prodotti offerti. Questo si traduce in un’ottimizzazione delle spese quando ci si trova a pianificare una strategia di marketing.

L’ultimo, ma non meno importante aspetto da affrontare relativo all’analisi del rapporto che lega social media e finanza, è quello che riguarda la raccolta dei feedback. Le piattaforme online vivono di interazioni e possono fungere da termometro per valutare i trend, per individuare prospettive di sviluppo interessanti (si pensi ad esempio all’improvvisa crescita di alcune startup) e per capire dove indirizzare il proprio tempo, le proprie energie e le proprie risorse, economiche e non solo.

Oggi si assiste a un cambiamento che sta radicalmente trasformando e influenzando il mondo dalle finanza. Lo testimonia anche lo sforzo profuso oltreoceano della Securities and Exchange Commission di regolamentare le pratiche social dei suoi attori. La metamorfosi è in atto ed è necessario tenerne conto guardando al futuro con un’ottica lungimirante. È bene operare con cognizione di causa e responsabilità: ciò che caratterizza le relazioni online è anzitutto la trasparenza e prestare attenzione a come ci si pone nei confronti del mondo social è essenziale per aumentare la propria reputazione: mai dimenticare che un dislike o un commento negativo hanno un peso specifico di gran lunga maggiore rispetto a un “Mi piace”.

di Girolamo Stabile