La bufala corre sul web, ma nascono plugin per fermarla

La bufala sui social è diventata un problema che non è più possibile ignorare. I big del web, Facebook, Google, Twitter, si sono ripromessi di cercare nuove soluzioni per evitare la diffusione su social e web delle notizie false. In attesa delle soluzioni “dall’alto” stanno nascendo plugin “dal basso” che hanno lo scopo di aiutare il lettore a orientarsi e a evitare di essere complice della condivisione di una bufala.
Plugin anti-bufala, la soluzione di Bufale.net
Uno dei filtri anti-bufala più recenti è quello sviluppato dal sito Bufale.net, che ha ideato un’estensione per Google Chrome che consente alliutente di scorgere la veridicità della notizia.
Come funziona? Basta cliccare sulla notizia e il plugin la inserirà, se falsa, all’interno di una cornice di colore rosso che apparirà in anteprima, così che l’utente avrà un attimo in più per pensare se vale la pena o meno condividerla sul proprio profilo social.
L’installazione del plugin viene spiegata passo dopo passo in questa guida dal sito che da sempre è attivo contro la diffusione di bufale sulla Rete. Il plugin lavora attraverso una black list creata dagli stessi autori del sito nella quale sono elencati tutti i presunti portali di informazione, i maggiori responsabili della creazione di bufale e allarmismi sulla Rete.
I plugin anti-bufala all’estero
Quella di Bufale.net, non è l’unica estensione anti bufala realizzata. Ad anticipare gli italiani, c’è l’americano Daniel Sieradasky che ha creato un’applicazione nota con Bs Detector (le sigle iniziali stanno per il termine inglese “bullshit”). Come il plugin di Bufale.net anche quella di Sieradasky dipende da una lista nera di siti che sono conosciuti in USA per divulgare notizie false e non verificate. BS Detector funziona sia per Chrome che per Mozilla e prevede una barra rossa quando l’utente sta navigando su siti sospetti.
Anche la celebre agenzia Reuters sta lanciando il suo algoritmo antibufala destinato soprattutto alla verifica delle breaking news su Twitter. L’algoritmo filtra i tweet e li raggruppa dando ad ognuno un punteggio. Quest’ultimo dipende da fattori diversi, come luogo, identità di chi invia l’informazione e come e da chi viene diffusa. L’algoritmo si chiama News Tracer e ne parla TheVerge.

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