Socialcom Italia - Novembre 7, 2016

Emoticon per anziani: l’idea di una donna inglese

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Chi lo ha detto che le emoji sono solo per giovani? Questo il ragionamento di Diane Hill, 56enne di Coventry che ha deciso di attivarsi per creare emoticon per la “terza età”, per raccontare con ironia l’incedere inesorabile del tempo e soprattutto gli acciacchi che comporta.

Le emoticon per la terza età

Le emoticon non sono più solo un mezzo per abbellire il tuo messaggio. Nell’era dell’uso massiccio dei social network sono diventati uno strumento per esprimere la propria identità nelle diverse fasi della vita.

Mashable racconta la storia di Diane Hill, donna in pensione e nonna a tempo pieno, che recentemente è stata vittima di un incidente d’auto. Per fortuna niente di grave per la donna che tuttavia ha riportato un trauma doloroso alla schiena.

Costretta per un periodo di risposo a letto, Diane racconta di aver cercato di comunicare il suo stato d’animo e i suoi dolori alla schiena a parenti e amici via Whatsapp e Messenger, ma di non essere riuscita a trovare delle emoticon che dessero l’idea della fase della vita che stava attraversando.

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IMAGE: CHRIS OXENBURY

Trova un artista locale

Dopo aver provato a fare alcune bozze, Diane decide di contattare un artista locale, Chris Oxenbury, per creare quelle che vengono ribattezzate “emoldjis”.

Insieme all’artista ne commissiona nove. Alcune sono davvero esilaranti. Accanto a quelle per descrivere dolori e acciacchi, e la caduta di capelli e denti, ce ne sono altre che dipingono i “vecchietti” mentre spendono l’eredità dei nipoti, o dimenticano di prendere le pillole della memoria.

Dopo le prime bozze le illustrazioni sono state inviate all’Unicode Consortium, l’organizzazione che regola gli aggiornamenti delle emoticon, e potrebbero presto apparire sui nostri smartphone.

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IMAGE: CHRIS OXENBURY

Le emoticon usate dal 92% delle persone

Secondo uno studio di SocialTimes, il 92% della popolazione online fa uso di emoticon. Le donne le usano di più degli uomini, il 78% contro il 60% degli uomini.

Altro dato che viene fuori dalla ricerca è che le emoticon fanno bene al digital advertising. I post pubblicitari che le presentano hanno mediamente una percentuale di click 9 volte maggiore, rispetto ai messaggi che ne sono sprovvisti.

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IMAGE: CHRIS OXENBURY

L’emoticon: una nascita controversa

Alcuni fanno risalire la nascita delle emoticon a Kevin MacKenzie che sul finire degli anni settanta in una email inviata suggeriva di introdurre qualche sentimento nei freddi  testi dei messaggi, usando parentesi e trattini.

Altri invece affidano la paternità delle emoticon a Scott Falhamn, informatico statunitense, il primo a usarle in un documento il 19 settembre del 1982.