Facebook Ads: 5 cose che non sai

Facebook consente di raggiungere potenzialmente milioni di persone in tutto il mondo. Un bel vantaggio per i publisher, che vogliono condividere contenuti con un’audience quanto più grande possibile. Ma anche per le aziende, che vogliono far conoscere prodotti e servizi (e possibilmente venderli). C’è un ma. La concorrenza sta diventando davvero elevata, al punto che è impensabile ottenere un qualche tipo di successo senza investire nulla.
La buona notizia è che, rispetto ad altre forme di pubblicità, gli annunci di Facebook sono ancora relativamente economici. Per farli funzionare davvero, però, hai bisogno di conoscere nel dettaglio tutti i trucchi e le strategie più efficaci. Eccone 5 che probabilmente non conosci (consigliate da Rocco Baldassarre su Entrepreneur).
1. Gli eventi influenzano il prezzo
L’algoritmo di Facebook è basato su un sistema che modifica il costo per impression (CPM), in base a un target specifico, ma anche in base alla stagionalità. Uno dei fattori di cui tener conto, quando si avvia un’inserzione, sono gli eventi concomitanti. Per esempio: a ridosso del Natale o nel giorno del Black Friday, gli ads avranno un costo per clic più elevato del solito. Perché? È facile intuirlo: la domanda di visibilità per gli annunci su Facebook si impenna in questi giorni. E quindi il costo lievita.
2. Clic to chat
Gli annunci su Facebook hanno diverse modalità di pagamento disponibili. Le più conosciute e utilizzate sono in genere il CPM (costo per impression/visualizzazione) o CPC, il costo per clic. Non tutti sanno che il social offre anche la possibilità di Clic to chat: campagne di sponsorizzazione che indirizzano cioè a una chat, non a un semplice clic. Si tratta di uno strumento estremamente utile per continuare a coinvolgere i cosiddetti lead: coloro che hanno familiarità con un prodotto o servizio, ma che potrebbero avere delle domande prima di effettuare l’acquisto.
3. Occhio al testo
Fino a qualche mese fa, Facebook non approvava un’inserzione se il testo sovrapposto all’immagine costituiva il 20% dell’area totale. Anche se questa regola non è più tassativa, il social premia ancora gli ads con poco testo. Le inserzioni che hanno una quantità di testo maggiore, saranno pubblicate con minore frequenza, o per niente.
Facebook ha introdotto 4 categorie per valutare il testo in un’immagine sponsorizzata. Sulla guida ufficiale per il Marketing, sono stati introdotti anche degli esempi:
4. Pubblico simile
Una funzione molto utile è quella per la targettizzazione del cosiddetto “Pubblico simile“. Con questo strumento è possibile creare un nuovo pubblico per le inserzioni, basandosi su 3 possibili “fonti”:
- Pubblico personalizzato già utilizzato (un elenco dei clienti esistenti)
- Visitatori del sito Web: installando un pixel di Facebook sul sito web di un’azienda, è possibile creare un Pubblico simile basato sulle caratteristiche delle persone che lo visitano
- Fan della Pagina Facebook
Secondo Entrepreneur, in questo modo è possibile abbassare il CPA (Costo per azione), aumentando al contempo la visibilità e il reach dell’inserzione.
5. I video sono davvero efficaci?
Per Entrepreneur, no: «Se l’obiettivo aziendale è generare introiti attraverso gli spot video, Facebook non è il canale giusto». Perché? Perché non generano una risposta diretta. Sono molto utili per trasmettere un messaggio, per coinvolgere l’audience, ma raramente un potenziale cliente andrà a cliccare sul link dell’annuncio. Preferirà mettere mi piace, oppure commentare.
APPROFONDISCI: Inserzioni Facebook: troppi errori e poca trasparenza

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