Facebook inasprisce la guerra al ‘baiting’

Il ‘baiting’ (da bait, cioè esca) è uno degli elementi considerati un vero e proprio cancro per i social network. Il ‘baiting’ è diviso in numerosissimi sottogruppi a seconda dello scopo per il quale viene creato e messo in essere sul web. Esiste il click baiting, l’engament baiting, il vote baiting, il react baiting, lo share baiting. Ognuna di queste operazioni ha sempre un secondo fine che va dal cliccare su un post per arrivare a un sito specifico, al fornire la propria mail per ricevere newsletter che spesso si tramutano in uno spam selvaggio.
Ecco allora che l’azienda di Mark Zuckerberg, dopo essersi occupata nei mesi scorsi di click baiting, decide oggi di dichiarare guerra all’engagement baiting, ovvero a tutti quei post che chiedono agli utenti di compiere un’azione sul social network come: “Metti un LIKE se sei dell’Ariete” o “Se sei indignato condividi”.
L’obiettivo dichiarato, in un articolo ospitato nella news room di Facebook, è quello di promuovere un coinvolgimento più autentico. Henry Silverman, Operations Integrity Specialist e Lin Huang, ingegnere dell’azienda di Cupertino spiegano come siano stati esaminati e catalogati centinaia di migliaia di contenuti per far in modo che l’algoritmo rilevi automaticamente i post di baiting. Questi, una volta individuati, subiranno una riduzione della loro portata, ovvero verranno mostrati di meno nel feed notizie. Le pagine che li producono verranno, inoltre, penalizzate.
Unica nota positiva per chi ha fatto del click baiting il proprio punto di forza: Facebook concederà agli editori qualche settimana di tempo per adattarsi a questi nuovi meccanismi.
Ma pare non ci sia solo l’interesse verso gli utenti dietro a questa operazione. C’è chi sostiene, collegandosi a delle dichiarazione fatte da Zuckerberg agli investitori, che dietro alla lotta al baiting ci sia la volontà di liberare il news feed ormai intasato di contenuti per far spazio a chi utilizza Facebook ADS. Il problema risiederebbe nel non riuscire ad assicurare più a tutti coloro che investono in sponsorizzazioni sul social network di raggiungere effettivamente il numero di persone promesso. Questo perché il news feed ha uno spazio ben determinato riservato ai contenuti sponsorizzati che non può in alcun modo intaccare quello che più interessa a chi si iscrive a Facebook e cioè: restare in contatto coi propri amici, familiari e conoscenti.

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