Social Media e Rappresentanza Diretta

La proposta avanzata ieri dal Movimento 5Stelle romano è sicuramente attuale e potrebbe alleviare la sindrome di stanchezza e/o inefficacia di cui sembrano soffrire i modelli tradizionali di rappresentanza elettiva.
In sintesi, la maggioranza M5S in Campidoglio avanza una proposta di delibera secondo cui sarebbero possibili petizioni online e voto elettronico relativo a referendum comunali con abolizione dei quorum.
Non considerando ai fini di questa riflessione sia gli aspetti propagandistici di questa proposta sia la reale politica amministrativa fin qui realmente svolta da questo movimento e dal sindaco che ne deriva, il principio avanzato della democrazia diretta attraverso internet è sicuramente meritevole di attenzione, in quanto, individua uno strumento contemporaneo, “elettrico e veloce” che se utilizzato correttamente potrebbe avere effetti importanti.
Come di recente notato nella recensione di “Contro le elezioni – Perché votare non è più democratico” che ho recentemente scritto per il quotidiano Blitz, l’utilizzo di un modello bi-rappresentativo secondo cui una forma organizzata di partecipazione diretta dei cittadini possa essere chiamata ad esprimersi anche su materie tradizionalmente riservate ad organismi composti da cittadini eletti sarebbe il miglior rimedio possibile alla sindrome di stanchezza delle attuali istituzioni. Pertanto la proposta del M5S dovrebbe essere accolta con interesse.
Ciò posto, i giornali del giorno seguente (mercoledì 5 aprile) riportano alcuni commenti interessanti. Nei termini che seguono:
- Roberto Giachetti, aperto ed intellettualmente onesto, riconosce in una intervista al Corriere della Sera il merito della proposta. Tuttavia, evidenzia il fatto che la materia, i cui termini sono stati esposti per le vie brevi in una conferenza stampa, riguarda temi per cui occorre consultare anche il consiglio comunale. Ciò in quanto si rende necessaria una modifica dello statuto comunale. Inoltre, l’eventuale piattaforma digitale da utilizzare non dovrebbe essere quella di proprietà del M5S, vale a dire Rousseau;
- Piero Ignazi su Repubblica riconosce il valore della E-democracy, in particolare, l’effetto immediato della partecipazione. Tuttavia, pone alcuni elementi da considerare attentamente. Il primo elemento riguarda il digital divide che attualmente esiste nella nostra società. Infatti, non tutti i cittadini hanno dimestichezza o diretto accesso al web per ragioni anagrafiche, culturali etc. Di conseguenza, una parte della popolazione potrebbe essere esclusa dalla consultazione. Il secondo elemento riguarda l’identificazione personale dei partecipanti in una ipotetica consultazione. Il terzo ed ultimo elemento riguarda la definizione della agenda sulla quale i cittadini sarebbero chiamati ad esprimersi e la metodologica secondo cui i temi oggetto della consultazione emergono;
- Infine, vari commenti alla proposta disponibili on-line si concentrano sull’eventuale conflitto di interessi nell’utilizzare il modello Rousseau e, dunque, si invocano anche vere e proprie gare pubbliche mirate ad identificare il modello software da utilizzare.
Per concludere, una proposta interessante che dovrebbe diffondere nell’amministrazione di un comune l’effetto real time del web dovrà inevitabilmente fare i conti con aspetti burocratici ma anche di merito. Un tema, questo, su cui gli operatori dei social media devono riflettere.

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