Stories: 2 ragioni per cui sono fondamentali per i brand (e quali scegliere)

Lo storytelling è il cuore di ogni campagna di marketing che si rispetti. Sia on che offline: i consumatori sono stufi di comprare prodotti. Vogliono comprare un marchio che ha una storia alle spalle. Una storia fatta di genuinità, autenticità e che racconti in maniera semplice le caratteristiche umane e professionali di un brand.
Ecco perché le Stories, lanciate sui social media di ogni tipo, in ultimo da Facebook, sono oggi così importanti. Consentono infatti di creare una narrativa emozionante, diretta e capace di entrare in relazione con amici e clienti in maniera più profonda rispetto agli altri strumenti a disposizione delle aziende.
Ecco le due ragioni principali perché funzionano. La prima di natura più “tecnica”. La seconda di tipo emotivo.
Stories vs Post
Gli algoritmi hanno rovinato lo storytelling. Quando i post di una pagina Facebook non vengono mostrati in sequenza a tutti i fan, ma solo a una fetta di audience determinata da un software, è difficile raccontare una storia in sequenza. Alcuni elementi del racconto possono infatti sembrare mescolati, o senza un ordine logico, a una parte degli utenti: il che può andare bene per i fan di Tarantino, ma magari per un brand la faccenda si complica.
Anche se un fan dimostra infatti di interagire con un determinato post – con commenti, reaction o condivisioni – è molto probabile che gli vengano mostrati in Bacheca anche contenuti simili. Ma ciò non è detto. E soprattutto niente garantisce che i post singoli compaiano in ordine cronologico.
È qui che intervengono le Stories, che aiutano i marketer a risolvere il problema. Le Storie infatti assemblano i diversi pezzi della narrazione e permettono di proseguire nel racconto.
Parola chiave: semplicità
Come abbiamo visto, alcune ricerche mostrano come Instagram abbia interrotto la crescita di Snapchat introducendo le proprie Stories. Secondo alcuni analisti, questo accade perché lo strumento inaugurato da Instagram sarebbe più semplice da usare. Allo stesso modo, i Momenti di Twitter sono stati via via nascosti dalla navigazione in-app, probabilmente per la stessa ragione: erano uno strumento troppo complesso da utilizzare e molti utenti hanno preferito abbandonarlo.
Non solo conta la semplicità di utilizzo, ma anche quella di fruizione. Quali sono le storie che tutti ricordiamo? Le fiabe, perché sono semplici e dirette nel loro svolgersi, non hanno bisogno di eccessive spiegazioni e fanno riferimento a valori di base che una community condivide.
I social media manager che vogliono ricorrere a questo strumento devono riconoscere il valore della semplicità.
Come usare le Stories in 3 step
Non basta, chiaramente, raccontare le storie in maniera semplice. Per avere successo, il cammino è lungo, ma con la giusta strategia è possibile raggiungere risultati importanti. Ecco 3 step per cominciare.
- Scegli la piattaforma giusta. Ogni canale social ha la propria audience, il proprio pubblico di riferimento. Alcuni argomenti funzionano meglio su determinate piattaforme (come la moda su Instagram), mentre vanno male su altri. Il primo parametro da tener presente è l’età: con l’avvento di Facebook, è probabile che le Stories diventino uno strumento fruito anche da una fascia di popolazione di età più alta rispetto a Instagram e Snapchat.
- Mostra il ‘dietro le quinte’. Cosa c’è di meglio di una storia che ha come protagonisti delle persone in carne e ossa? Come abbiamo detto, lo strumento è molto adatto per mostrare genuinità e autenticità, per dare a un brand quindi un volto umano. Ogni azienda è fatta di persone: mostra la quotidianità e vincerai.
- Coinvolgi. Ricorda che non sei in tv, o sui giornali. Il modo migliore per sfondare con le Stories è di condividere il “palcoscenico” con i tuoi follower. Puoi farlo attraverso un contest. O rispondendo alle domande degli utenti, mostrando tutta la tua competenza e il tuo expertise. O ancora, aggiungendo offerte esclusive. In questo modo, la tua base utenti crescerà in maniera esponenziale.
APPROFONDISCI: STORIES: SNAPCHAT VS INSTAGRAM, QUAL È LA MIGLIORE PER IL TUO BRAND

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