Trump: “Presidente grazie a Twitter”. Le 4 strategie del suo successo

«Penso che non sarei qui senza Twitter», dichiara Donald Trump. Il social dei cinguettii è stato ed è tuttora lo strumento che il presidente americano usa per comunicare con il suo elettorato. Con questa frase Trump offre una risposta chiara ai tanti analisti che nei mesi scorsi si sono interrogati sul ruolo che i social media hanno avuto sull’elezione del tycoon.
Trump: «Twitter contro la stampa disonesta»
Nell’intervista rilasciata a Fox News, Trump ha spiegato perché Twitter è stato determinante nella sua elezione. Il presidente spiega come il social abbia rappresentato il canale che gli ha permesso, “di comunicare direttamente con gli americani senza l’intermediazione dei media tradizionali”
«Quando dico qualcosa la stampa tradizionale non ne parla in modo accurato. Ero stufo della falsità e della disonestà di molti media. Con Twitter posso raggiungere 90, 100 milioni di persone. È un modo strepitoso per dire quello che penso», continua Trump.
Trump si serve di un mediatore per Twitter
Trump è stato spesso criticato per l’uso che fa dei social media. Recentemente ha accusato l’ex presidente Obama di aver disposto delle intercettazioni nei suoi confronti nei mesi scorsi, accusa gravissima non sorretta, tuttavia, da prove.
Oggi spiega che anche per evitare di “esagerare” si serve di un “mediatore” prima di postare in alcuni casi. Trump si circonda inoltre di uno staff che gli chiede di twittare ogni volta che viene individuata una notizia su di lui, divulgata in modo ‘non corretto’ (secondo loro) dalla stampa.
Cosa i brand possono imparare da Trump
L’uso magistrale che Trump ha saputo fare di Twitter può essere di insegnamento a tanti brand che potrebbero decidere di seguire alcune sue strategie. Ne abbiamo analizzate alcune.
1. Usare Twitter per dare la propria versione dei fatti
Come reagire a una notizia negativa sulla stampa? Più di altri social, Twitter riesce a essere uno strumento utile per offrire una propria versione ufficiale su un argomento. Il caso che ha fatto scuola è quello di Eni-Report, con la trasmissione che muoveva un’accusa all’azienda, mentre Eni forniva la sua difesa in diretta usando proprio Twitter.
2. Analizzare i propri utenti
I social hanno rivoluzionato il settore dei sondaggi. Gli strumenti tradizionali sono ancora utili per sondare l’opinione dei propri consumatori? O è meglio rivolgersi agli analytics dei social media? Il caso Trump ha dimostrato che la seconda opzione può offrire risultati più vicini alla realtà. Laddove tutti i sondaggi ufficiali davano Hilary Clinton vincente, i dati sui social e sul web mostravano un interesse per molto più alto per Trump.
3. Twitter e l’instant marketing
Abbiamo già sottolineato l’importanza dell’instant marketing, un’arma potentissima nelle mani di un brand sui social media. Trump sa farlo meglio di chiunque altro. Lui e il suo staff sanno pescare la notizia “hot” del giorno e fornire la propria versione. Allo stesso modo i brand dovrebbero imparare a sfruttare l’instant marketing e Twitter è il social che più si presta a questo uso.
4. I follower come cassa di risonanza
Fondamentali nel divulgare il messaggio di Trump sono stati i suoi follower su Twitter che hanno ritwittato le sue frasi milioni di volte: 3,4 milioni di retweet in 12 mesi. Anche i brand dovrebbero sfruttare questa strategia creando dei contenuti facili da divulgare e condividere. Come ci si riesce? Bisogna essere bravi a pescare i contenuti più adatti alla propria audience e offrire dei motivi validi per spingerne la condivisione.

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